Anfitrione, un gioco ordito dagli Dei

lussiana

Al Teatro Menotti in scena Anfitrione, scritto da Plauto più di 2000 anni fa, dal 21 al 22 marzo 2023 regia e drammaturgia di Teresa Ludovico, una produzione di Teatri di Bari.

Chi sono io se non sono io?

Quando guardo il mio uguale a me, vedo il mio aspetto, tale e quale, non c’è nulla di più simile a me! Io sono quello che sono sempre stato?

Dov’è che sono morto?

Dove l’ho perduta la mia persona?

Il mio me può essere che io l’abbia lasciato?

Che io mi sia dimenticato?

Chi è più disgraziato di me?

Nessuno mi riconosce più, e tutti mi sbeffeggiano a piacere. Non so più chi sono!

Queste alcune delle domande che tormentano i protagonisti dell’Anfitrione di Plauto. Il doppio, la costruzione di un’identità fittizia, la perdita dell’identità garantita da un ruolo sociale, sono i temi della tragicommedia plautina, perché gli accadimenti riguardano dei, padroni e schiavi.

Per saperne di più abbiamo contattato Alessandro Lussiana, nel cast dello spettacolo e nostra conoscenza di lunga data, e gli abbiamo chiesto…

Cosa vedremo in scena con la vostra versione di Anfitrione?

Vedrete un gioco.

Un gioco nel senso più ampio del termine. Sicuramente un gioco ordito dagli Dei ai danni degli uomini come nella trama plautina ma anche un gioco nel senso più teatrale del termine “to play” dove la bravura di un cast completamente azzeccato si è inserita alla perfezione negli ingranaggi di una macchina mastodontica sapientemente guidata da una regia accattivante. Quella di Teresa Ludovico che ne ha anche curato l’attualissima riscrittura. Un gioco di scambi di identità: lo stesso gioco di illusione che il nostro cervello gode nel momento in cui ci specchiamo e osserviamo il nostro doppio. Il gioco come qualcosa di piacevole ovvero un’ora e mezza di divertimento in cui il pubblico viene guidato su una giostra colorata fatta di battute, musica dal vivo, specchi magici e le meravigliose luci del maestro Vincent Longuemare.

Scritto più di 2000 anni fa, cosa ci accomuna ancora oggi al testo di Plauto?

La comicità plautina parlava al pubblico del suo tempo ed era una comicità fatta di linguaggio popolare, talvolta volgare, riferimenti alla contemporaneità dell’epoca e schemi di comicità che pur mantenendo le stesse tematiche oggi non funzionerebbero più. Ed è proprio lì che la riscrittura di Teresa ha avuto il suo slancio più geniale. Bisognava ricreare l’effetto che Plauto faceva ai suoi contemporanei estrapolando i temi più importanti come quelli del doppio (tema caro alla Ludovico da sempre) e dello scambio di identità, degli equivoci e riportarli in un nostro presente sia geografico che temporale. In questo modo Plauto ci può parlare ancora oggi attraverso il tempo, grazie alla mediazione sapiente di chi ha saputo cogliere, studiando a fondo, lo spirito del testo di allora e ha saputo trovarne uno simile per il pubblico di oggi.

Questo il motivo per il quale dovremmo venire a vedere Anfitrione al Teatro Menotti oppure per stuzzicare la nostra fantasia ci puoi spoilerare… qualcosa in più?

Il grande vero spoiler di questo spettacolo è che ci troverete la vita.

Certo è facile, si chiama spettacolo dal vivo sarebbe assurdo non trovarla ma posso garantire con certezza, perché lo riscontro dopo ogni replica negli occhi degli spettatori e delle spettatrici, che la potenza vitale che scaturisce da questo spettacolo è incredibile. A volte non so neanche io come sia possibile realizzare questa magia eppure Anfitrione è magico. È ritmo, è eros, è corpo, è alto e basso. È un’immagine ed è anche la sua deformazione. Per questo va visto. Perché fa ridere ma fa anche riflettere. Insomma è un godimento.

E poi ci sono io su un tacco 15 con una parrucca bionda…mi pare un buon motivo!

Alessandro, a fine serata, quale domanda vorresti fare agli spettatori del Menotti?

Ve lo aspettavate così quando vi hanno detto:

“Plauto, 2000 anni fa, testo frammentario, 5 atti, roba antica???”

Eh no, non ce lo aspettavamo!

Per questo, ma soprattutto vedere Lussiana su tacco 15, motivo bisogna andare a teatro per vedere…

ANFITRIONE
dal 21 al 22 marzo 2023 – Teatro Menotti
regia e drammaturgia Teresa Ludovico
con Michele Cipriani, Irene Grasso, Demi Licata, Alessandro Lussiana, Michele Schiano di Cola, Giovanni Serratore

musiche M° Michele Jamil Marzella eseguite dal vivo da M° Francesco Ludovico

sinossi

Sei attori e un musicista per creare una coralità multiforme e tragica che però agisce come un contrappunto grottesco e farsesco in uno spazio che disegna doppi mondi: divino e umano. Un andirivieni continuo tra un sopra e un sotto, tra luci e ombre.

Realtà e finzione, verità e illusione, l’uno e il doppio, la moltiplicazione del sé, l’altro da sé e il riflesso di sé, si alterneranno in un continuo gioco di rimandi, attraverso la plasticità dei corpi degli attori, le sequenze di movimento, i dialoghi serrati e comici.

TiTo

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