Eigengrau: luci accese, occhi aperti

Eigengrau

La direzione artistica del Teatro Filodrammatici persegue nell’obiettivo di presentare al pubblico milanese il teatro contemporaneo d’importazione europea, fucina sperimentale non per forza nostalgica delle tradizioni. Bruno Fornasari con Gabriele di Luca alla regia portano in scena Eigengrau di Penelope Skinner, presentato in anteprima alla XIII edizione di Trend Nuove Frontiere della Scena

Eigengrau è una tragicommedia ambientata nell’odierna frenetica Londra, innestata sul classico incrocio sentimentale, avvolto dalla patina ingannevole di legami posticci: incontri scaturiti più da necessità ed egoismi personali, che non da una reale volontà di amare. Cifra dominante è il riso, anche se amaro è il riconoscimento dell’innegabile luogo comune. Regia abile e ben curata nella somministrazione degli spazi, oltre che nell’uso delle luci, a completare una scena il cui movimento è la continua alternanza.

Praticamente impeccabile la prima per i quattro protagonisti, attori capaci e immersi nelle parti, accompagnano il pubblico per un tempo preciso e ordinato fino alla chiusura circolare. Mark (Tommaso Amadio) affascinante pubblicitario, Cassie (Valeria Barreca) convinta (neo)femminista, Rose (Federica Castellini) inguaribilmente e istericamente romantica, Tim (Massimiliano Setti) il tenero compagno di università in cerca di qualcosa di autentico. Caratteri sopra le righe che conducono una comunicazione franta e ambigua fino agli eccessi del grottesco; altrettanto amaro l’uso eccessivo ma realistico del torpiloquio.

Non c’è una morale, il lieto fine di cui Rose vorrebbe illudere anche gli altri non è concesso, a trionfare è la solitudine, accettata o fuggita sempre senza troppa convinzione.
Una storia, se vogliamo, ” banale”, coi suoi picchi di stravaganza e che, con ironia, cala il teatro nell’ordinaria quotidianità di un’epoca – certo complessa – ma soprattutto nostra.

 

Arianna Lomolino

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