Il Leopardi come non ve l’ha mai raccontato nessuno è la dichiarazione di intenti, nonché sfida ambiziosa, che si pone lo spettacolo Fuori misura, in scena al Teatro Leonardo dal 17 al 25 gennaio, in una serie di repliche straordinarie dopo il successo dell’anno scorso e dell’apertura di stagione.
Eccoci quindi alle prese con Andrea, giovane laureato in Lettere e Filosofia, aspirante insegnante che per campare lavora in un call center fino a quando non viene convocato per una supplenza nella scuola da lui frequentata da ragazzo. Argomento da trattare per la lezione: “vita e opere di Giacomo Leopardi”. E come si fa a spiegare Leopardi a una classe numerosa e eterogenea come il pubblico di un teatro? Ce lo dimostra il novello professor Roversi, che da impacciato e timido acquista sempre più sicurezza e padronanza, contagiato dalla potenza e dal furore poetico di Leopardi, uno “sfigato” che ancora oggi ci incanta con la bellezza incredibile delle sue opere. Opere, che nel corso dello spettacolo ci accompagnano in un viaggio divertente ed emozionante, degno della beat generation, alla scoperta non solo della vita di Leopardi ma anche di sé, della paura di essere “fuori misura” e inadeguati, del desiderio di partire e conquistare il mondo, dei giovani amori e della forza della poesia.
E l’attore Andrea Robbiano effettivamente ha viaggiato assai, sul palcoscenico e in sala, guizzando come una fiamma in ogni dove e restituendo passione a ciò che spesso sulle pagine delle antologie appare freddo e asettico, utile soltanto a prendere un buon voto.
La sua energia dà vita anche ai pochi elementi che costituiscono la scena: un paio di cuffie per il call center; una scopa per evocare il saggio e simpatico amico Salim, custode del cortile (interpretato da Robbiano stesso in un gioco di sdoppiamento); cattedra, registro, lavagna, gessetto, libri e attaccapanni per la classica aula scolastica che tutti riconosciamo immediatamente. Ma ecco che improvvisamente l’aula si trasforma, con un effetto di luce, con una voce che arriva da lontano dal diario di Leopardi, con un paio di occhiali da sole per un viaggio in moto, con l’attore in piedi sulla cattedra come fosse in cima al mondo e infine, diventa la sala del teatro stesso, dove l’attore fa continue incursioni, giocando e scherzando con gli spettatori.
Alternando sapientemente momenti più comici e spensierati a riflessioni intime e drammatiche, Robbiano cattura così l’attenzione di un pubblico difficile, spesso composto da ragazzi e adolescenti, proprio coloro che a scuola si stanno confrontando con questo colosso della letteratura difficile da avvicinare: Andrea Robbiano li prende per mano e senza neanche che se ne accorgano apre le loro orecchie, la loro mente e il loro cuore alle parole del poeta, dimostrando che allora Leopardi tanto “sfigato” non è. Ma questo spettacolo non parla soltanto ai ragazzi. Come sostiene Valeria Cavalli, autrice e coregista insieme a Claudio Intropido, <<Fuori Misura non è un saggio recitato sul palco, non è neppure una biografia, è un’appassionata e coinvolgente “lezione” sul poeta che inevitabilmente ci porta a ragionare sull’essere “fuori misura”, sulla difficoltà di essere conosciuti nel mondo solo per il nostro involucro corporeo. Giudicati, a volte offesi e avviliti, in una società che è più portata ad allontanare che ad accogliere, ad accettare ciò che è ragionevolmente “nella norma” >>.
Sarebbe diverso il destino di Giacomo Leopardi se nascesse oggi? Possiamo solo fare ipotesi, quello che è certo è che le sue opere sono universali ed è riuscito ad avere la sua rivincita, lui che era alto un metro e trentacinque ed è considerato un gigante tra i poeti, lui che è morto giovane in seguito a tanti dolori ed è divenuto immortale grazie alle sue parole, lui che è finalmente compreso e amato.
Punto di arrivo, o forse di partenza, è la poesia Infinito. Nel silenzio della sala immersa nel buio, vibra la voce dell’attore o meglio, Giacomo Leopardi: Sempre caro mi fu quest’ermo colle…
Beatrice Marzorati
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