
Dopo un’attesa lunga ben 5 anni (“Kim – Il Musical” risale infatti al marzo del 2019), Thomas Centaro è finalmente pronto a tornare sul palcoscenico con una nuova grande produzione. In questi anni l’artista milanese ci ha abituato e sorpreso con idee sempre originali e mai scontate, ma stavolta sembra volersi superare arrivando a mettere in scena il Libro con la L maiuscola, il primo testo stampato da Gutenberg nel 1455, il libro che nel bene e nel male ha condizionato la storia del mondo occidentale. Ovviamente stiamo parlando della Bibbia a cui Centaro ha pensato bene di aggiungere il sottotitolo “Un musical della Madonna”. Lo spettacolo sarà in scena all’EcoTeatro di Milano il 19 e il 20 aprile in due serate che si preannunciano più che mai scoppiettanti.
Qualcuno ti ha dato del “matto” per aver pensato di fare una parodia musical della Bibbia? O te lo sei detto da solo?
Sì me lo hanno detto e inizialmente io stesso avevo dei dubbi perché non conoscevo bene l’argomento. Non avevo mai letto la Bibbia e avevo anche diversi pregiudizi. Però, mi sono accorto che, se questo testo viene analizzato come se fosse un romanzo, spogliandolo dalla sua santità, quello che resta è una storia meravigliosa che merita di essere raccontata. Ovviamente non voglio fare catechismo, ma faccio conoscere certe dinamiche umane della Bibbia che magari molti non conoscono, si tratta di un testo popolare, pop, nel senso più moderno del termine.
Come mai è passato così tanto tempo dall’ultimo spettacolo?
Durante la pandemia mi sono catapultato nei seminterrati a fare audiolibri. Negli anni successivi ho fatto altre bellissime esperienze in tv, in radio, nel doppiaggio. Temevo, però, di non essere più in grado di tornare con qualcosa di nuovo nonostante già nel 2019 avessi iniziato a lavorare sulla Bibbia. In questo periodo mi sono dato veramente allo studio pazzesco perché, se vuoi fare una parodia devi conoscere la storia originale alla perfezione.
La Bibbia è importante anche per la quantità di temi che tratta, come hai scelto quali portare sul palco?
Quella è stata una bella sfida perché i personaggi sono un’infinità. Una volta scelti gli episodi da raccontare dell’Antico Testamento quelli del Nuovo sono venuti da soli. Inizialmente volevo fermare il racconto con la nascita di Gesù, ma poi chi mi sta vicino mi ha convinto a raccontare anche la vita di Gesù, di Maria e degli apostoli. Serviva un collante tra Antico e Nuovo testamento, quello è stato il lavoro più complicato, ma alla fine abbiamo trovato la via.
Personalmente cosa ti è rimasto dalla lettura della Bibbia?
Mi ha colpito quello che in realtà non viene mai raccontato e che ho cercato di spiegare a modo mio. Ad esempio, in pochissimi sanno che Gesù aveva un fratello di nome Giacomo. Non vengono poi spiegati i motivi della gravidanza di Maria, considerando che all’epoca una ragazza che rimaneva incinta fuori dal matrimonio rischiava la lapidazione.
Come si trasforma tutto ciò in parodia?
Ho cercato di modernizzare la storia sfruttando anche le dinamiche dei social network. Gesù, figlio del boss, è stato mandato sulla Terra in cerca di seguaci, anzi di follower. Ad aiutarlo c’è sua madre e così inizia un Resurrection Tour, infatti, visto che si tratta di un musical, ho trasformato tutto in una tournée musicale. Ci sarà molto da ridere.
Nelle prime immagini divulgate indossi i panni di Lucifero. Perché hai scelto questo personaggio?
Intanto per portarmi avanti e se dovesse arrivare una scomunica mi collocherei già all’Inferno. Scherzi a parte, avevo voglia di cambiare ruolo e passare dalla parte del cattivo, anche se questo Lucifero non è poi così cattivo. Mi farò voce del pensiero collettivo che si basa su poche emozioni e tanto sentito dire. Cercherò di fare da tramite tra ciò che pensa la gente e ciò che in realtà dice la Bibbia.
La musica come si inserisce nello spettacolo?
Per le canzoni ho utilizzato la mia solita formula. Ho preso brani pop famosi e le ho riscritte sillaba per sillaba adattandole alla storia della Bibbia. Abbiamo Beyoncé, Cristina Aguilera, The Weeknd. Tra gli italiani Il Volo, Mahmood, Gigi D’Alessio. Tutti brani famosissimi.
E il cast come si è formato?
Il cast è stato una grossa sorpresa. Ho indetto un casting lo scorso novembre e ho trovato ragazzi bravissimi, sorprendenti a livello di performance. Siamo un cast numeroso, 15 attori e 7 ballerini. Hanno accolto molto bene l’idea, hanno tanta fantasia e ci stiamo divertendo tantissimo.
Come coreografo, invece, abbiamo una conferma
Sì, Bruno Giotta che è sempre bravissimo a interpretare le mie idee folli. Anche le coreografie sono parte integrante della narrazione comica. Avevamo bisogno di un corpo di ballo ben nutrito e ben distribuito, nulla è stato lasciato al caso.
Nella Bibbia anche le scene sono infinite, come le hai organizzate?
Le ho contate, sono circa 70. Una settantina di ambienti tutti in digitale, in videoproiezione, creati da zero. A livello di immagine sarà un po’ come vivere la storia guardando un film. L’ambientazione storica è rispettata con alcuni momenti particolari perché Inferno e Paradiso sono spazi senza tempo. Lì i costumi per angeli e demoni stupiranno.
Quanto sono importanti i tuoi fratelli nei tuoi lavori?
Andrea ed Elena sono fondamentali. Sono i miei angeli custodi e senza di loro non vado da nessuna parte. Mi supportano e mi sopportano, mi danno anche degli ottimi consigli.
Pensi che qualcuno potrebbe criticare la tua scelta di rappresentare la Bibbia?
So di aver fatto una scelta impopolare, ma spero che le critiche arrivino dopo aver visto lo spettacolo. Io invito a teatro anche i più reticenti, poi sono liberi di pensare quello che vogliono come io sono libero di raccontare le mie storie.
Stai già pensando a qualche nuovo progetto?
Al momento sono totalmente preso con questo spettacolo che aspetto da tanto tempo. Negli anni il pubblico che mi segue è aumentato e mi piacerebbe condividere con loro alcuni miei vecchi lavori. Intanto vorrei rendere la Bibbia un piccolo cult, visto che a Milano siamo gli unici a fare parodie, tolti gli Oblivion che sono dei maestri. Poi, per la prossima stagione, sto valutando di fare qualche passo indietro e magari riportare in scena “Kitsch me Licia”.
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