Dimensione intima e raccolta, un bicchiere di vino rosso e qualche assaggio sfizioso: è questo il prologo del reading teatrale “L’arte della gioia”, messo in scena presso Atir Teatro Ringhiera. L’attrice Sandra Zoccolan, accompagnata dalla fisarmonica di Guido Baldoni, presta voce al romanzo di Goliarda Sapienza, pubblicato postumo nel 1998.
Una storia amata e scandalosa, un romanzo d’avventura, un’autobiografia immaginaria, un romanzo di formazione, un romanzo erotico, e politico, e sentimentale. Insomma, un’opera indefinibile e complessa. Si rivela quindi molto utile, prima della lettura, l’intervento di una professoressa di Lettere che fornisce alcune coordinate per inquadrare la poliedrica figura di Goliarda Sapienza (1924-1996), attrice e scrittrice, cresciuta in una famiglia libera e anticonformista e a sua volta artista coraggiosa e controcorrente.
Riflesso dell’autrice nell’opera è la protagonista Modesta – e già il nome è una provocazione – nata nel 1900 in una poverissima famiglia siciliana. Nonostante le condizioni avverse (le violenze in famiglia, il convento, l’ambiente formale dell’aristocrazia, la cultura patriarcale e oppressiva) Modesta non si lascia ingabbiare e affronta la vita senza soccombere ai pregiudizi, alla ricerca della propria felicità e affermazione. Amica generosa, “donna in carriera”, amante sensuale di uomini e donne: Modesta è capace di scombinare ogni regola del gioco pur di godere del vero piacere guidata da “l’arte della gioia”. Piena di febbre, di erotismo, di vitalità e d’intelligenza, conquista e travolge gli altri personaggi e anche noi, spettatori del XXI secolo. Sebbene infatti il racconto rimandi ad altri tempi, questo testo risulta attuale e ancora scomodo. La vicenda del romanzo è emblematica: per vent’anni abbandonato in una cassapanca, dopo essere stato rifiutato dai principali editori italiani, venne stampato in pochi esemplari da Stampa Alternativa dopo la morte dell’autrice. Soltanto quando uscì all’estero – in Francia, Germania e Spagna – ricevette il giusto riconoscimento ed ora gode del meritato successo.
Ci vuole coraggio a scrivere una storia del genere e ci vuole coraggio anche a sceglierla da portare in scena. Sandra Zoccolan, interprete storica della Compagnia Atir, offre la sua voce eccezionale e tutta la sua perizia per dar vita alla passionalità di Modesta, al calore soffocante degli ambienti, ai diversi personaggi che attraversano e si intrecciano nella vita della protagonista. Non servono scenografia ed effetti speciali per lasciarsi catturare dalle parole, dalle immagini, dai suoni evocati dalla lettura: l’emozione è palpabile e condivisa. La musica della fisarmonica di Guido Baldoni ci affascina e ci seduce, accompagnando i momenti di gioia e di dolore. E anche di riflessione: al di là della trama sentimentale, la serata lascia numerosi spunti di riflessione e provocazione sul senso di libertà, di lotta, di emancipazione. Modesta è una donna amorale non per amor di scandalo ma perché profondamente innamorata della vita e diventa un modello per qualsiasi epoca, contesto, uomo e donna.
La compagnia Atir, da sempre attenta e sensibile ai punti di vista “alternativi e ribelli”, conferma una scelta artistica di qualità e allo stesso tempo politica, sociale e culturale. Non è infatti scontato che tra tanti magnifici testi venga scelto il romanzo di Goliarda Sapienza, soltanto in questi ultimi anni rivalutato dalla critica italiana. Il teatro non è solo uno spettacolo ben fatto (e già si tratta ad ogni modo di un successo); il teatro è un rito, un momento di condivisione, una festa in cui scoprire insieme “l’arte della gioia”, pura e libera, ma anche la “gioia dell’arte” vissuta con passione, intelligenza e responsabilità. Riprendendo un commento di Manuela Vigorita al romanzo, l’arte della gioia – su carta e in teatro – «insegna a desiderare».
Marzorati
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