Al Teatro Litta dal 9 al 14 aprile in scena lo spettacolo La vita al contrario tratto dal romanzo di Francis Scott Fitzgerald(nel 2008 è stato tratto il film di David Fincher Il curioso caso di Benjamin Button) con Giorgio Lupano che dà anima e corpo alla storia di uomo, vittima di un curioso scherzo del destino, che affronta l’infanzia come se fosse un anziano e la vecchiaia come se fosse un bambino. Per dirci che ognuno è speciale!
Ma per dirci qualcosa in più sullo spettacolo ho avuto il piacere di contattare il protagonista de La vita al contrario l’attore Giorgio Lupano per le mie 5 domande…
Prima il libro, dopo il film… adesso cosa vedremo al Teatro Litta con lo spettacolo La vita al contrario?
Vedrete l’adattamento teatrale che Pino Tierno ha tratto del racconto di Fitzgerald Il curioso caso di Benjamin Button. Diciamo che il film non c’entra granché, è stato by-passato.
Tierno ha spostato l’azione in Italia, mantenendo inalterati gli anni in cui si svolge il racconto (più o meno dal 1880 al 1960). In Italia perché sullo sfondo della vita di Benjamin Button (nella nostra versione si chiama Giovanni Cotone) ci sono gli accadimenti storici di quel periodo, di conseguenza a noi più famigliari. L’azione viene raccontata anche attraverso le musiche che narrano quegli anni, canzoni chiaramente italiane ed anche in questo caso a noi più famigliari.
Questo adattamento è un omaggio dell’origine del racconto di Fitzgerald, non certa ma quanto meno sospetta, di fatti pare che si debba ad un racconto italiano Storia di Storia di Pipino, nato vecchio e morto bambino del poeta e scrittore piemontese Giulio Gianelli.
Racconto scritto prima de Il curioso caso di Benjamin Button e che, ci sono le prove, sia stato fatto recapitare a Fitzgerald, il quale leggendolo si è ispirato a Pipino per scrivere Il curioso caso…
Per rispondere alla tua domanda, quello che vedrete in scena al Teatro Litta è il racconto fedele, per quanto riguarda la storia e i vari passaggi della storia di Fitzgerald, ma ambientato in Italia.
Al cinema la trasformazione di Benjamin Button, grazie al trucco e agli effetti speciali, è più passami il termine ‘semplice’… a teatro?
Se uno pensa a Benjamin Button inevitabilmente lo collega al film e gli effetti speciali che noi tutti ricordiamo, molto innovativi, che vinsero gli Oscar assieme al trucco e alla scenografia. Un enorme successo da mettere quasi in secondo piano la storia, oserei dire!
Ma noi a teatro gli effetti speciali non ce li abbiamo, ma abbiamo il teatro.
Cinema e teatro hanno due linguaggi e due calligrafie diverse. Non ci siamo posti questo problema. Il pubblico vedrà Benjamin, o meglio Giovanni, nascere vecchio e ringiovanire lungo tutta la sua esistenza, che lui racconta. Racconta i suoi incontri, le tante situazioni in cui si trova e tutti i personaggi della sua vita; dal padre alla madre, alla balia, alla donna che amerà e al figlio vengono tutti ricordati ed evocati. Ogni personaggio ha una voce e un corpo e dialogano tra di loro, tutto questo grazie al teatro che già di sé è un bel effetto speciale.
Ti posso dire che ad oggi nessuno si è mai lamentato della mancanza di maschere o trucchi speciali. Vediamo se anche a Milano riusciremo a convincere il pubblico a creare questa sospensione dell’incredulità, no? Che è l’obiettivo di ogni spettacolo teatrale…
Questo personaggio viene visto per quello che lui è, esteriormente intendo. Quanto è attuale, oggi, un testo come La vita al contrario?
Questa non è solo la storia di un uomo che vive la sua vita al contrario, è anche la storia di un uomo che per tutta la vita si trova ad essere costantemente fuori posto, sbagliato rispetto a quello che gli altri si aspettano che lui sia.
Quando Giovanni nasce, il padre si aspetta giustamente un bambino ma lui è un vecchietto, ma il padre si ostina e vuole che lui giochi con il sonaglio e lo manda all’asilo, ma di fatto è un vecchietto che vorrebbe soltanto starsene seduto su di una poltrona a fumare un sigaro!
Solo quando, arrivato alla fine della sua vita, diventa un bambino e lo portano finalmente al parco, sentendo gli altri bambini raccontarsi cosa vorrebbero fare da grandi (ma lui grande lo è già stato), sa che quello non è il futuro che lo aspetta e non può fare altro che starsene in disparte, in silenzio e ascoltarli.
Come vedi, Giovanni, non corrisponde mai a quello che gli altri si aspettano che lui sia. Ci prova ad assecondare i desideri degli altri, solo ogni tanto si ostina e rivendica quello che lui sa di essere veramente!
In questo racconto scritto ben 102 anni fa c’è una forte premonizione, questo un mio pensiero, perché oggi come ieri facciamo perennemente i conti con la nostra apparenza, quello che noi siamo per gli altri, intendo!
Ci comportiamo in modo diverso quando siamo al lavoro rispetto a quando siamo a casa o quando siamo con gli amici oppure ci vestiamo in un certo modo per andare ad un appuntamento importante o a teatro… e tutto questo lo facciamo perché a noi interessa il giudizio degli altri, soprattutto l’approvazione degli altri e questa cosa, oggi, è ancora più amplificata dall’uso, anzi dall’abuso, che facciamo della nostra immagine sui social. Ormai comunichiamo con la nostra immagine in una maniera direi patologica.
Pochi giorni fa ho letto che c’è un’altissima percentuale, parliamo del 75%, di giovani che è insoddisfatta della propria immagine perché non riesce ad essere uguale ai modelli che segue e ai quali vorrebbe somigliare.
Questo nostro cercare l’approvazione, cercare l’amore degli altri tentando di assecondare i loro desideri è una cosa sulla quale non ci soffermiamo mai abbastanza a pensare e questo è il cuore di questo racconto.
Perché non andiamo bene per gli altri? Ma vogliamo andare bene per gli altri o per noi stessi? Quanto di noi dobbiamo mostrare o quanto dobbiamo nascondere per non compromettere i rapporti che abbiamo?
È un tema secondo me molto profondo con tante sfaccettature ed è di fatto molto attuale. Lo spettacolo La vita al contrario lo racconta molto bene.
Cosa vorresti che si portassero a casa gli/le spettatori/trici dopo la visione dello spettacolo La vita al contrario?
Quando mi è stato proposto questo lavoro, dopo aver letto l’adattamento di Tierno sono andato a leggere il racconto che non conoscevo e che ho trovato meraviglioso. In questo testo il protagonista riesce a raccontare quello che gli accade a causa del suo aspetto, anche situazioni drammatiche, e le racconta con quel distacco che gli permette di osservarle con un sorriso e una certa tenerezza. Una vera lezione per noi che troppo spesso di un nulla ne facciamo un dramma.
Ecco, per rispondere alla tua domanda, mi piacerebbe che gli/le spettatori/trici uscendo dal Teatro Litta dicessero:
“voglio leggere il racconto”
Ma poi se lo vadano a leggere realmente!
Per me è stata una piacevole scoperta e nella nostra messa in scena, grazie all’adattamento italiano, abbiamo cercato di conservare questo sguardo distaccato, ma non freddo, direi tenero nei confronti della sua vita.
Sì, mi piacerebbe che il pubblico a fine serata leggesse il racconto di Fitzgerald!
Invece cosa ti piacerebbe leggere in una recensione dello spettacolo La vita al contrario e cosa invece ti darebbe più fastidio?
In una recensione fa sempre piacere leggere i complimenti, che siamo tutti belli e bravi e che lo spettacolo è fantastico ma…
(Giorgio sorride)
… io credo che questo spettacolo abbia il merito di portare in scena un racconto che è conosciuto per il titolo e per il film! Quindi mi piacerebbe leggere:
“finalmente è stata data una nuova vita a questo racconto” che altrimenti rischiava di restare dentro le pagine delle raccolte di Fitzgerald.
Come ti ho risposto nella seconda domanda, noi questa vita straordinaria, fantascientifica la raccontiamo senza trucchi, senza effetti speciali soltanto usando i mezzi che il teatro ci mette a disposizione come il corpo dell’attore, la sua voce, le luci, un tappeto sonoro e basta.
È uno spettacolo artigianale, uno spettacolo che usa il teatro per fare teatro.
A me da attore questa cosa piace tantissimo, perché è un ritorno alle origini, anche questo aspetto mi piacerebbe fosse accolto e sottolineato.
Mi darebbe fastidio leggere un paragone con il film, ma devo dire che fino ad oggi (sono due anni che giriamo con La vita al contrario) nessuno ha mai pensato di scrivere questo anche perché, come detto, cinema e teatro sono due modi diversi di raccontare storie, di conseguenza non avrebbe un senso fare un paragone tra il film e lo spettacolo teatrale.
Pronti per una favola moderna che s’interroga sul significato della vita? ma soprattutto pronti a riavvolgere il nastro de La vita al contrario di Giovanni Cotone alias Giorgio Lupano?
Allora non vi resta che andare a teatro.
Quando?
Dal 9 al 14 aprile 2024
Teatro Litta
LA VITA AL CONTRARIO
Il curioso caso di Benjamin Button
di Francis Scott Fitzgerald
elaborazione teatrale Pino Tierno
regia Ferdinando Ceriani
con Giorgio Lupano e Lucrezia Bellamaria
Buona serata!
TiTo
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