Monologo quantistico, la cena per farli conoscere

monologo quantistico

Al Teatro Menotti di Milano è in scena, da alcuni giorni e fino al 10 novembre, “1927. Monologo Quantistico”, uno spettacolo di e con Gabriella Greison, regia di Emilio Russo, produzione TieffeTeatro Menotti.

Una fotografia, 29 fisici, 1927, Bruxelles.
Sei capitoli per una teoria probabilistica della fisica quantistica, sei capitoli per una definizione de “Les Historiettes” della fine degli anni ’30.
È Gabriella Greison la nuova Tallemant des Réaux, novella infiltrata fra i geni che battezzarono la fisica quantistica. Assorta nel suo monologo, la Greison incorpora con tempi enfatici ed entusiastici pillole di fisica e curiosità quantiche di caratteri riassumibili in epiteti: il solitario Einstein, la scienziata Marie Curie.

La scenografia riporta alla cena luminare fra i fisici e il “Grand monde” del XX secolo. Scarna ma satura di segni, percorre binari giocattolo per condurre, a ritmo di “Losing my religion”, verso inquadrature didascaliche.

Da un paradosso a una formula, da uno scandalo a una mania, il monologo ripropone la superficie di una materia profonda. Ma come dar torto a Palomar nel costatare che «Solo dopo aver conosciuto la superficie delle cose, ci si può spingere a cercare quel che c’è sotto. Ma la superficie delle cose è inesauribile?”

Alessandra Cutillo

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