“Piccole apocalissi”: 5 domande a Fabio Banfo

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foto Laila Pozzo

Dopo il successo dello spettacolo PATRIA Il paese di Caino e Abele dove vedeva l’unione della compagnia Eco di Fondo (Giacomo Ferraù e Giulia Viana) con Fabio Banfo, tornano anche se hanno già debuttato il 12 maggio, a Campo Teatrale grazie allo spettacolo Piccole Apocalissi dal 15 al 19 maggio 2024.

Nel 1977 un piccolo gruppo di esseri umani ha deciso di mandare nello spazio un messaggio. Un disco contenente una selezione di musiche, immagini, suoni, per far sapere agli alieni che lo avessero eventualmente trovato, chi siamo, come siamo fatti, e quali sono le potenzialità della nostra specie: la nostra fantasia la nostra creatività la nostra stessa essenza per far loro conoscere la vita variegata e ricchissima che abita il nostro pianeta.

Non si trattava soltanto di un messaggio per delle specie extraterrestri, ma anche di un messaggio a noi stessi. Quel disco sarebbe stato destinato a viaggiare indefinitamente nello spazio alla ricerca di altre forme di vita ma, in fondo, anche alla ricerca di noi stessi, della parte migliore di noi.

La sonda su cui viaggia il Golden Voyager Record ha superato i confini del nostro sistema solare nel 2013 e ora sta viaggiando nello spazio interstellare ed è probabilmente destinata a durare oltre la durata stessa della nostra specie e del pianeta terra.

Per coloro che non hanno ancora visto lo spettacolo Piccole Apocalissi, ho fatto le mie 5 domande a Fabio Banfo giusto per stuzzicare la vostra fantasia…

Cosa vedremo a Campo Teatrale grazie allo spettacolo Piccole Apocalissi?

Il tema non è l’apocalisse, ma le scelte che gli umani fanno di fronte all’apocalisse.

La storia del disco golden record che è stato lanciato nel 1977 come messaggio agli alieni, contenente una raccolta di chi sono gli umani, come vivono e cosa hanno saputo creare di bello e di buono sul pianeta terra, era un messaggio per il futuro, lanciato da un mondo sull’orlo della catastrofe nucleare. Un gesto simbolico, che non ha certo fermato la proliferazione nucleare e le guerre, ma che ha creato un disco che ha letteralmente salvato una parte di umanità, la migliore, forse, e per sempre. Quel disco è in effetti destinato a durare più della vita sul pianeta terra. Quel disco è destinato a sopravviverci.

Se penso alla situazione attuale mi viene da chiederti, quanto Piccole sono queste Apocalissi? Visto che tutti noi alla fine pensiamo: “non è poi la fine del mondo”!

In questo preciso istante, praticamente ogni essere umano si sta trovando di fronte a una scelta, in alcuni casi piccola e insignificante, in altri decisiva per la sua stessa sopravvivenza. E ogni scelta ha il potenziale di cambiare la vita. Ogni scelta quindi, potenzialmente “è la fine del mondo”. Apocalisse vuol dire anche rivelazione. Ci piace pensare che questo spettacolo racconti anche di cosa succede quando finalmente decidiamo di girare l’angolo, di attraversare un ponte, di aprire o chiudere una porta, e scoprire che cosa c’è dall’altra parte.

Quant’è importante alzare gli occhi al cielo? ma soprattutto chi secondo te, oggi, alza gli occhi al cielo per dire: “sono qui!”

L’impresa del gruppo di lavoro creato da Carl Sagan, di fare una raccolta di immagini, suoni, musiche, testi, in grado di raccontare CHI siamo, come civiltà umana, è un’impresa titanica, folle, impossibile, fallimentare già alla partenza, ma che contiene il sogno utopistico e quindi comunque sensato di guardarci allo specchio e chiederci “chi siamo”.

Una domanda che diventa ancor più metafisica se la rivolgiamo alla vastità senza confini dell’universo. Pare impossibile che noi si sia soli, in un universo infinito, tra miliardi e miliardi di stelle e pianeti. è in effetti probabile che ci siano altre forme di vita, da qualche parte. Ma potremmo anche essere i soli, in tutto l’universo, in grado di chiederci “chi sono? cosa ci faccio qui?”.

Il fatto di essere portatori di una simile domanda, dovrebbe farci sbalordire di fronte all’immensità del dono della vita, e annichilire ogni odio, ogni violenza, ogni guerra. Purtroppo non è così. Il “puntino blu, perso nel cosmo” di cui parlava Carl Sagan, rimane un “atomo opaco del male”, come diceva il nostro poeta Pascoli.

Grazie allo spettacolo Piccole Apocalissi preferite fotografare la realtà o metterla davanti ad uno specchio, riflettendola?

Raccontiamo vite, frammenti di vita di un gruppo di persone che affrontano un progetto scientifico e artistico, mentre le loro esistenze vanno in pezzi. La fotografia della realtà non esiste in questo caso, abbiamo scelto cosa rappresentare e come rappresentarlo, inquinando con il nostro sguardo e il nostro pensiero quei frammenti di vita. Ciò che raccontiamo è la vita come la vediamo, non come è. Volevamo che le vite dei nostri personaggi fossero al tempo stesso comuni e straordinarie, come quelle di tutti, rappresentando le piccole grandi prove che prima o poi tutti devono affrontare. Ognuno di noi, anche adesso, sta affrontando la sua personale apocalisse, cercando di salvare il possibile del suo personale mondo. In questo sta la verità del nostro spettacolo.

Cosa ti piacerebbe leggere in una recensione dello spettacolo Piccole Apocalissi e cosa invece ti darebbe più fastidio?

“Uno spettacolo che salva l’umanità” sarebbe forse troppo

“La fine del mondo” suonerebbe come una presa in giro.

“Un’apocalisse per gli spettatori” sarebbe di doppia lettura.

Forse “Un viaggio nel buio, per fare luce su chi siamo” potrebbe essere una bella recensione.

Pronti per uno spettacolo che racconta quanto sia stato difficile scegliere che cosa mettere nel piccolo spazio di un disco per raccontare chi siamo e delle vite delle persone che hanno dovuto fare questa scelta?

Per saperlo vi basterà andare a Campo Teatrale. Quando?

Dal 15 al 19 maggio 2024
Campo Teatrale
PICCOLE APOCALISSI
drammaturgia Fabio Banfo, Giacomo Ferraù e Giulia Viana
regia Giacomo Ferraù
aiuto regia Giulia Viana
con Ermanno Pingitore, Fabio Banfo, Federica Carra, Giacomo Ferraù, Rossella Guidotti

Buona serata!

TiTo

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