Profumo: intervista a Daniele Turconi

profumo

In scena al Teatro Leonardo di Milano Profumo – messa in scena di un’assenza un testo di Gianpaolo Pasqualino per la regia di Daniele Turconi 3 al 13 novembre 2022.

Abbiamo conosciuto artisticamente Daniele Turconi (classe 1987) grazie alla compagnia indipendente fondata nel 2013 FRIGOPRODUZIONI insieme a Claudia Marsicano e Francesco Alberici. L’abbiamo intervistato per lo spettacolo Gianluca, mentre questa volta lo incontriamo, come regista, per saperne di più sullo spettacolo Profumo. Di fatti è stato proprio il titolo dello spettacolo a stuzzicare la nostra di fantasia; sentire il profumo è facile, rappresentarlo più difficile!

Daniele, se posso, di chi è il profumo che ‘vedremo’ in scena?

In realtà non è il profumo di nessuno in particolare ma più il profumo della casa dove siamo nati. Il testo principale dello spettacolo, scritto da Gianpaolo Pasqualino, parla di una notte in cui una famiglia (mamma, piccolo, medio e grande) si ritrova a casa per l’imminente matrimonio del medio. Manca solo una persona quella sera e lo spettacolo parla proprio di questa assenza.

Invece, una volta in platea, lo sentiremo il Profumo?

Il profumo rimane una figura metaforica anche se ad un certo punto è probabile che gli spettatori possano sentire odore di erba.

Di che tipo di erba stiamo parlando non sta a me specificarlo in questa sede, in mancanza del mio avvocato.

No vabbè aiuto Daniele (!!!). Dai allora presentaci Medio, Piccolo e Grande?

Sono i tre personaggi a cui ruota intorno la vicenda.

Grande (Yuri Casagrande Conti) si è sposato tempo fa, è andato via di casa per primo e ora sta per avere il primo figlio, Medio (Salvatore Aronica) invece sta per sposarsi, convive con la sua compagna da un annetto e Piccolo (Ludovico D’Agostino) è l’unico che è ancora a casa con la Mamma.

Rappresentano tre fasi diverse della vita, come se ne stessero vivendo una comune, ogni tanto sembra quasi di vedere un personaggio unico reagire diversamente a seconda della fase della vita in cui è.

E la madre?

La madre (interpretata da Laura Valli) è, insieme alla figura assente del padre, il vero personaggio cardine della vicenda. È la donna che è rimasta a casa da sola con tre figli a carico, è quella che ha cercato di fare funzionare le cose per quanto ha potuto.

Il teatro, secondo Daniele Turconi, in che direzione sta andando?

Prima di rispondere volevo premettere che non voglio in nessun modo sembrare un “lamentone”.

Lungi da me pensarlo…

Le cose che dirò, le dico perché io amo questo mestiere e soffro a vederlo soffrire.

Io raramente mi lamento, un po’ perché già lo fanno tutti e un po’ perché alla lunga lo trovo controproducente.

Io credo più alle azioni che alle parole, cercherò quindi di inquadrare il più lucidamente possibile almeno una parte del problema in maniera concisa.

Non credo che il teatro stia andando in nessuna direzione in particolare.

Il teatro, come la maggior parte delle arti, è ormai soggetto a una logica aziendalista, legata principalmente al mercato e ai soldi (pubblici e privati).

Non si pensa al pubblico ma solo ad un certo tipo di pubblico, un “target”, le stagioni sono una corsa dietro alle richieste del bando triennale per cercare di sopravvivere da un anno all’altro, indebitandosi e pregando che i soldi arrivino l’anno dopo.

Non c’è un vero investimento sui giovani e i teatri si riempiono sempre di più o di spettacoli costosissimi per fare cassetta (quando possono permetterselo) o di spettacoli “minori” che sono costretti a giocare al ribasso.

Inutile dire che questo modo di concepire il lavoro teatrale non può fare altro che distruggere tutto quello che di buono si è costruito con fatica in anni di sacrifici, in più dal primo lockdown in poi la situazione è diventata ancora più confusa e precaria.

Viviamo nell’epoca dell’economia, si chiede all’arte di rispondere a certi valori che l’arte non dovrebbe seguire. Lo stesso Ministero della Cultura (se così si può chiamare) non ha la minima idea di cosa voglia dire, nella pratica, essere un artista oggi in Italia. Non sa neanche cosa voglia dire produrre, distribuire, organizzare teatro al di fuori dei teatri nazionali.

Credo che il grande problema di questo settore sia principalmente uno: l’assoluta incompetenza.

Non voglio parlare troppo del ministero perché poi sembra che la colpa sia sempre e solo di questa figura mostruosa che distrugge tutto, sicuramente è un problema da risolvere ma le domande ce le dobbiamo fare tutti.

Perché io continuo a sentire persone lamentarsi che questo mestiere è diventato impossibile e che bisogna ritrovare la passione, il rito, lavorare sull’inclusività e i diritti ma poi spesso sono le stesse persone che ti sottopagano o che fanno i laboratori a tema con attori e attrici per poi farli lavorare gratis una settimana in uno spettacolo.

Ricordiamoci sempre che questo è un ambiente pieno di “poser”.

E io odio i poser.

Anche questo tanto bene non fa.

Ti ringrazio per questa risposta, analisi che meriterebbe un approfondimento in più e se ti va la prossima volta ci faremo una video-chiacchierata, senza lamentarci ma approfondire di più il tema e chissà coinvolgendo chi prende le decisioni, giuste o sbagliate.

I nostri lettori sono avvisati!

Tornando a Profumo, domanda di rito, cosa vorresti che mi portassi a casa visto che verrò a vederlo, se mi vorrai tra il pubblico del Teatro Leonardo.

Vorrei che ti sentissi parte della storia che viene raccontata in scena.

Il pubblico sarà sul palco insieme a noi, diviso in due platee parallele con la scena in mezzo, gli attori saranno molto vicini al pubblico.

Sostanzialmente vorrei che le persone condividessero con noi un’ora del loro tempo e che, una volta usciti, non fossero costretti a chiedersi:

“Ma perché sono venuto a vedere questa roba?”

Cosa che, mi dicono dalla regia, a volte succede.

Ma non sarà questo il caso, se ho imparato a conoscere Daniele e il suo…

PROFUMO
Messa in scena di un’assenza

dal 3 al 13 novembre  – Teatro Leonardo

testo Gianpaolo Pasqualino
regia Daniele Turconi
con Salvatore Aronica, Yuri Casagrande Conti, Ludovico D’Agostino, Daniele Turconi e Laura Valli

sinossi

Quattro attori mettono in scena la storia di un’assenza.

La sera prima del matrimonio del fratello Medio, Piccolo e Grande si ritrovano a casa della Madre, sospesi in una lunga notte si confrontano con un presente che non riconoscono più. Persi in quel caos di relazioni che solo la famiglia può creare, ognuno subisce le scelte degli altri, mettendo in discussione una vita coperta dall’ombra di un padre lontano, che forse così lontano non è mai stato.

Come si rappresenta qualcosa che non c’è più? Quanto può essere ingombrante una mancanza? Per scoprirlo ci basterà andare a Teatro… Leonardo di Milano!

Buona serata a teatro

TiTo

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