
La rivoluzione di Benjamin nasce in piscina. Benjamin è l’adolescente protagonista di “Martiri” nuovo lavoro del regista Bruno Fornasari che ha debuttato al Teatro Filodrammatici.
Il fanatismo religioso si insinua nell’animo di un ragazzo che inizia a prendere alla lettera ogni frase della Bibbia cercando con totale intolleranza di imporre la propria legge anche a scuola e in famiglia.
Il testo del drammaturgo tedesco Marius von Mayenburg lascia tanto campo all’ironia e il folto pubblico in sala sembra decisamente gradire. “Dio ha detto riempite la terra, non riempite i preservativi” ci dice con cinismo Benjamin durante l’ora di educazione sessuale. Il punto vincente della drammaturgia è quello di aver scelto, per raccontare il radicalismo religioso, un contesto più vicino al mondo occidentale come quello cattolico piuttosto che rischiare di cadere nella banalità appellandosi all’Islam.
Bruno Fornasari si avvale di un numero cast ricco di giovani già protagonisti di Tamburi nella notte diretto da Francesco Frongia. Lo stile registico di Fornasari resta inconfondibile dalla scena condivisa, agli stacchetti musicali a dividere i vari segmenti alla colonna sonora che unisce sacro e profano. “Ave Maria gratia plena”, “Camminerò sulla tua strada signore”, “No woman no cry”, “Last nite” dei The Strokes. Seguendo l’evolversi del racconto potrebbe farsi largo il pensiero che anche “Occidentali’s Karma” calzerebbe a pennello nell’opera ed infatti arriva puntuale un’imperdibile scena sulle note di Gabbani.
Per il cast un’altra importante prova di crescita comune dopo “Tamburi nella notte”. Luigi Aquilino fa centro nella sua alienazione dalla realtà risultato credibile in un contesto tutt’altro che semplice. Per nulla alienato invece Edoardo Barbone (reduce da un’emozionante intepretazione in “Malagrazia”), il suo personaggio, al contrario di Benjamin, rimane perfettamente coi piedi per terra e una precisa strategia per ottenere il suo obiettivo. Spiccano poi Denise Brambillasca e Gaia Carmagnani in due ruoli chiave come quelli della madre di Benjamin e dell’insegnante di biologia. Stimolante anche il lavoro di Alessandro Savarese, giovane di età e di aspetto ma chiamato a interpretare il professore di educazione fisica. Tutti i personaggi principali sono profondamente caratterizzati e facilmente identificabili, dal preside (Eugenio Fea) che predica moralità e si perde in avances alle colleghe, al prete (Daniele Vagnozzi) ormai lontano dal fervore di Benjamin al Gesù predicatore interpretato da Simone Previdi.
Quello religioso non è l’unico tema trattato da “Martiri”, trovano spazio argomenti più che mai attuali come il bullismo a scuola, l’omofobia, il divorzio, l’educazione sessuale, tutte tematiche calde ai giorni nostri e madri di accesi dibattiti.
Il quadro finale che ci lascia “Martiri” è quello di uno spettacolo tutto da godere e in grado di coinvolgere un pubblico più che mai variegato. Ironia e cinismo si intrecciano in un cammino che, in senso positivo, viaggia al limite tra l’eccesso e il grottesco lasciando continuamente lo spettatore a chiedersi se nella scena successiva si assisterà alla tragedia o alla comica.
Ivan Filannino
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