Pochi registi riescono a fare dei propri attori delle icone internazionali: Pedro Almodóvar è uno di questi.
Rossy de Palma è stata una delle attrici feticcio più famose del cineasta spagnolo: lo ha accompagnato nella sua produzione cinematografica per un intero ventennio, dagli anni 80 agli anni 90 fino a ritornare ultimamente ne Gli abbracci spezzati. La sua più memorabile interpretazione resterà sempre quella di Marisa, fidanzata di Antonio Banderas nella commedia candidata all’Oscar Donne sull’orlo di una crisi di nervi. Fondamentali anche i ruoli in Kika – Un corpo in prestito e in Il fiore del mio segreto che le valsero la nomination al Premio Goya rispettivamente nel 1993 e nel 1995.
Rossy de Palma arriva a Milano al Piccolo Teatro Grassi dal 17 al 22 marzo con Resilienza d’amore: uno spettacolo che raccoglie la grandezza dell’arte spagnola e la racconta con passione e verità.
Garcia Lorca, Picasso, Dalì e i sapori e i grandi artisti spagnoli si presentano sul palco per cercare con umiltà il senso della vita e per indagarne le contraddizioni. Il carisma di Rossy de Palma è così incontenibile che non è possibile scindere lo spettacolo dalla sua protagonista: sarebbe lo stesso con un’altra attrice? La risposta è sicuramente no.
Resilienza d’amore vive di Rossy de Palma e poco varrebbe senza la sua presenza. Uno spettacolo cucito drammaturgicamente e registicamente sulla potenza femminile e iconica di questa attrice che con semplicità riesce a giostrarsi tra i più diversi linguaggi teatrali: prosa, teatrodanza, improvvisazione, cabaret, poesia, video e installazioni di ogni sorta.
Un insieme di emozioni e di contaminazioni si legano per un’ora e mezza di spettacolo per la goduria di tutti i sensi: colori e movimenti seducenti si accompagnano a una colonna sonora intensa e ricercata che avvolge gli occhi ben prima dell’udito.
Rossy de Palma parla attraverso metafore ricercate declinate in coreografie da teatro di sperimentazione: uno spettacolo che ha più livelli di lettura e che si rivolge sia agli addetti al lavoro sia al pubblico generico. I momenti più belli e partecipati restano però quelli in cui l’attrice si spoglia dei suoi personaggi e si mostra umana e priva di sovrastrutture artistiche: la conferma che è più la donna che l’artista in questo caso ad essere amata dal pubblico.
Un pezzo di Spagna in prestito a Milano che si spera possa ritornare presto, ancora, per tutti.
Francesco Annarumma
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