“Surrealismo capitalista”: 5 domande a Antonio “Tony” Baladam

surrealismo

A Campo Teatrale va in scena Surrealismo Capitalista, un precipitato teatrale di puro ritmo comico che mette in scena un compendio di derive della società odierna, grazie al Collettivo Baladam B-Side dal 5 al 10 marzo 2024.

Nel corso dell’ultimo mezzo secolo abbiamo assistito all’affermarsi di un modello socioeconomico che tende a concepire ogni esistenza in termini monetari e a fare piazza pulita degli immaginari collettivi e delle alternative sociali, sostituendosi ad entrambi. Ne consegue un senso di frustrazione diffuso e un senso dell’umorismo poco diffuso: la missione del Collettivo Baladam B-Side è ribaltare questo paradigma.

Per saperne di più ho contattato l’amica Camilla Violante Scheller, la quale mi ha messo in contatto con Antonio “Tony” Baladam (sua la drammaturgia e regia dello spettacolo) al quale ho chiesto…

… cosa vedremo a Campo Teatrale grazie allo spettacolo Surrealismo Capitalista?

Surrealismo Capitalista, come ci piace dire, è un precipitato teatrale di puro ritmo comico, in cui un’attrice e due attori cavalcano un velocissimo happening drammaturgico surrealista, fatto di frammentazione culturale, aberrazione semantica, ironia fulminante (e a tratti becera), che nasconde una critica a certi stilemi della comunicazione contemporanea consumistica e capitalistica.

Questo è quello che vedremo, che vedrete.

Come diceva Roland Barthes:

“Ogni immaginario collettivo buono, è un immaginario collettivo morto”.

Questa frase criptica, che in realtà abbiamo elaborato noi, racchiude la sintesi perfetta del nostro metodo e del nostro spettacolo.

Sarò in scena con Camilla Violante Scheller e Giacomo Tamburini, sperando che il ritmo dello spettacolo non ci trascini al largo cogliendoci di sorpresa.

Il Capitalismo è il nuovo Dio nel quale credere.

In scena lo mettete in discussione oppure lo metterete davanti ad uno specchio, riflettendolo? Se non spoileriamo troppo, chiaramente…

Dunque, si, il rituale della produzione e del consumo, tipico del sistema socioeconomico capitalista, si è sostituito ad altri precedenti rituali collettivi (nazionalisti o religiosi, per esempio). Il rischio, in un sistema basato su edonismo, possesso e monetizzazione, è quello di rimanere sempre più in superficie, perdendo la capacità di scendere in profondità. Quello che mi fa più paura (come persona e come teorico) è che l’ontologia consumistica e capitalistica diventino così naturali ed endemicamente accettate da farci dimenticare del loro carattere problematico e contraddittorio. Ma anche ci dimentichiamo che qualcosa è un problema, quel qualcosa solo apparentemente smette di esserlo. Se la vedrà il nostro inconscio, honey.

In questo lavoro, basato sull’analisi della comunicazione mediatica nel nostro periodo storico, proviamo a rendere in scena questa nostra assuefazione, questa nostra inconsapevolezza. Come diceva Mark Fisher (di cui naturalmente parodizziamo e omaggiamo l’opera fondamentale Realismo Capitalista), il modo migliore per mettere in discussione il sistema che abbiamo attorno è sottolinearne la superficialità e metterlo sottilmente in ridicolo.

Quanto sono importanti le parole con le quali giocherete a fare a pezzi il mondo che abitiamo?

Eh, parecchio.

Questo è un lavoro di sperimentazione linguistica che mette in discussione il linguaggio della comunicazione contemporanea, e lo fa attraverso una messa in scena di pura parola (non ci sono musiche, cambi luce, costumi, scenografie), che però non diventa mai strumento utile di interpretazione, ma offre, in maniera ironica, spunti di interpretazione distorti, bizzarri, assurdi.

Personalmente sono un linguista e pongo sempre al centro del mio lavoro l’analisi del linguaggio della società attraverso l’ironia. All’interno del nostro metodo, l’ironia è intesa come efficacissimo filtro interpretativo della realtà, nonché come espressione massima delle possibilità del linguaggio di far crollare le ipocrisie e le altezzosità presenti nella società.

Invece quant’è importante il ruolo del pubblico nello spettacolo Surrealismo Capitalista e come ci sentiremo chiamati in causa, se posso…

Con Surrealismo abbiamo inaugurato il nostro metodo di creazione scenica: il Sistema dell’Antiritualità. Centrale, all’interno del metodo, è il concetto di “Presenza”, che si oppone al concetto di “Rappresentazione”.

Frase chiave di questa opposizione è:

“Non mi importa chi sei, mi importa che tu ci sia”.

Ovvero, la nostra ricerca sulla presenza è un tentativo di decostruire e scardinare l’individualismo contemporaneo, che crea mediazioni e distanze relazionali e immaginative, bloccandoci in una stagnante industria della prima persona, fomentata dal linguaggio social.

A partire da questo, Surrealismo Capitalista utilizza come motore drammaturgico la relazione col pubblico, ovvero la presenza contemporanea di performer e spettatori nello stesso luogo e nello stesso momento. Oltre ogni stantio sfondamento della quarta parete (qui letteralmente la quarta parete non c’è e i performer si rivolgono sempre direttamente al pubblico), ma anche oltre ogni becero coinvolgimento diretto o forzato degli spettatori.

Molto semplicemente in questo spettacolo la relazione tra scena e platea dà il ritmo al lavoro.

La sottile percezione e il sospetto, da parte del pubblico, che sia tutto improvvisato lì per lì (quando in realtà i tempi sono calcolati al millimetro) racchiude il fulcro della nostra ricerca sulla presenza.

C’è un politico che vorresti vedere seduto in prima fila il 5 marzo a Campo Teatrale?

Se sì, chi…

Ammetto di non avere troppa simpatia per i politici in generale, mi piacerebbe vedere in platea figure lontane dal nostro panorama culturale italico, o magari teorici esperti ma non direttamente coinvolti in dinamiche da tribuna politica. Per esempio l’attivista per i diritti degli afrodiscendenti Malibran Johnson Jr. o un sociologo intelligente come Andrea Marcenaro, che ha analizzato nel dettaglio la relazione tra politica, teatri nazionali e precariato in ambito artistico e performativo.

Ma dubito che verranno mai a vedere lo spettacolo, soprattutto perché non esistono.

Se non andranno loro (!!!), andate voi a sostenere le giovani realtà teatrali con talento, come?

Andando a teatro. Quando?

Dal 5 al 10 marzo 2024
Campo Teatrale

SURREALISMO CAPITALISTA
ricerca, drammaturgia e regia Antonio “Tony” Baladam
con Camilla Violante Scheller, Giacomo Tamburini, Antonio “Tony” Baladam

Buona serata!

TiTo

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