Teatro Fontana: “Zio Vanja”

zio vanja
Foto Luca Del Pia

Seconda tappa di una collaborazione produttiva cominciata con La grande abbuffata, Zio Vanja è il nuovo titolo proposto da Elsinor e Teatro Metastasio di Prato, al debutto in prima nazionale il 9 giugno.
Firmato dalla regista Simona Gonella, l’allestimento si addentra in una delle opere più celebri del maestro russo esplorando le relazioni tra personaggi e indagando i confini della loro ferocia. Un ensemble attoriale rodato e coeso lavora sui contorni e sulla contagiosa spietatezza che inqui-na i rapporti e incastra senza apparenti vie d’uscita, disegnando un quadro sociale bloccato da una fatale incapacità.

Su uno spazio astratto, geometrico, privo di appigli naturalistici, dominato dal rosso intenso di un tappeto e di una parete, si agitano le vite di otto personaggi, incatenati ad un eterno ripe-tersi di un quotidiano sempre uguale a se stesso.
Il ritorno dell’anziano professore e di sua moglie nella tenuta di campagna in cui vivono stabil-mente Vanja, sua nipote Sonja, Telegin e la balia, e nella quale è di casa il dottore, dà il via ad un sottile gioco al massacro in cui emergono vecchi rancori, tensioni taciute, passioni frustrate e non corrisposte.
Costretti a condividere gli stessi ambienti, i protagonisti danno sfogo ad una ferocia delle rela-zioni che la scena vermiglia riverbera e amplifica, delimitando i loro incontri all’interno di un claustrofobico ring.
L’arrivo della coppia disturba come un corpo estraneo gli equilibri di un microcosmo familiare già minato al suo interno da antiche ruggini.

Il ruolo di Elena, personaggio oggetto di desiderio e invidia, è affidato ad un’attrice straniera: è lei la giovane che lotta – anche linguisticamente – per capire cosa le sta succedendo intorno e che pone tutti a confronto con la sua esoticità, introducendo il tema della estraneità, di un lin-guaggio che diventa ostacolo.
La drammaturgia accoglie nel testo alcune delle note di regia che Stanislavskij, più di cento an-ni fa, scrisse a margine del suo storico allestimento dell’opera. L’astrazione dello spazio e la sot-trazione di appoggi naturalistici vengono così a confronto con la minuziosità realistica delle no-te, nel tentativo di creare una frizione nello spettatore tra ciò che è o che potrebbe essere, tra ambiente o azioni o alcune indicazioni di azione o “sentimento”, e quello che realmente accade in scena. Un altro modo di riflettere sul linguaggio, un altro modo di giocare con i diversi piani attraverso i quali un testo può farsi “vita” o “presenza” nel qui e ora della rappresentazione

ZIO VANJA
Di Anton Cechov
Drammaturgia e regia Simona Gonella
Con (in ordine cechoviano)
Stefano Braschi – Il professore
Stefanie Bruckner – Elena
Stefania Medri – Sonja
Anna Coppola – Maman, Balia, Note
Woody Neri – Vanja
Marco Cacciola – Il dottore
Donato Paternoster – Telegin

DOVE? Teatro Fontana

QUANDO? dal 9 al 19 giugno (Mar-sab ore 20.30 domenica ore 17.00)

PREZZI: intero 21 euro, giovedì 17 euro

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