Un appuntamento al buio, un improbabile “LUI” conosciuto in una chat d’incontri, un disabitato ristorante milanese di pesce (LO SCOGLIONE) costituiscono il campo giochi nel quale la vivace attrice partenopea riversa con sarcasmo ed irriverenza le sue considerazioni sul rapporto di coppia.
Il “LUI” ritarda. Deve accompagnare mamma al torneo di BURRACO. Questo è “Volevo una cena romantica e… l’ho pagata io“.
Nell’attesa del suo arrivo Barbara Foria ci intrattiene con una “lectio brevis” sulle evoluzioni che il linguaggio dell’amore assume attraverso i “social media”. E’ un disincanto improvviso: di colpo veniamo a sapere che cose che pensavamo di fare e pensare solo noi (e forse pochi altri) sono invece patrimonio comune. Tutti firmiamo i messaggi di “whats app” con “cuoricino, cuoricino, bacino, bacino”, tutti ci chiediamo come mai il nostro “LUI” o la nostra “LEI” sia “ONLINE” ma non ci sta scrivendo, tutti ci chiediamo come mai dopo la “doppia spunta blu” tarda a rispondere.
Da queste considerazioni si innesta un vorticoso processo che subisce una ulteriore accelerazione alla domanda: <<Se l’uomo e la donna non si possono sopportare perché allora si cercano, si fidanzano e soprattutto si sposano?>> Ogni situazione, ogni parola è un pretesto per cominciare nuove disquisizioni. Ce ne è un po’ per tutti: satira di costume sulle commesse dei negozi milanesi, riflessioni acide sui rapporti tra nuore e suocere, ironia caustica sulle feste di matrimonio e sui rapporti di coppia.
E via così per oltre 90 minuti di spettacolo. Qualche piccolo calo di energia prontamente colmato dalla Foria attraverso degli “sketch” con il pubblico nei quali alterna efficacemente il ruolo di consulente matrimoniale a quella del GO del Club Med.
Scritto da Barbara Foria, Daniele Ceva, Marzio Rossi, Giulia Ricciardi e con la regia di: Claudio Insegno, “Volevo una cena romantica e l’ho pagata io” è un alibi ben congeniato per riproporre una porzione del divertente repertorio teatrale e televisivo dalla stessa Barbara Foria
Roberto De Marchi
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