Un’amicizia ad ARTe!: intervista a Luca Mammoli

art

Torniamo al Teatro Leonardo questa volta per un dramma travestito da commedia, scritto alla fine degli anni ottanta da Yasmina Reza dal titolo ART. Spettacolo che ci presenta lo spaccato quotidiano di tre uomini legati da una profonda amicizia, di fatti ART parla del rapporto di questi tre uomini attraverso l’espediente, solo in apparenza insignificante, dell’ARTe.

Portato sul palcoscenico dal collettivo artistico Generazione Disagio, collettivo nato nel 2013 su idea di Enrico Pittaluga che si distingue per un linguaggio innovativo, diretto, provocatorio e divertente, al contempo dissacrante e poetico.

Caratteristica del collettivo Generazione Disagio è che non è una compagnia teatrale fissa, ma il luogo di incontro di diversi artisti (attori, scenografi, disegnatori, dramaturg, registi, musicisti, video-maker) che convergono per lavorare su tematiche condivise; è un luogo creativo aperto, con una forte impronta sociale e inclusiva, che indaga e ricerca un’identità allargata, cercando di costruire una nuova collettività.

Tra i componenti del collettivo Generazione Disagio abbiamo incontrato Luca Mammoli e gli abbiamo chiesto di presentarci Serge, Marc e Yvan?

Sono tre amici di lunga data che, un po’ come spesso capita, non riescono più a vedersi con la stessa frequenza del passato perché assorbiti dal lavoro, dalle proprie relazioni, dai diversi stili di vita, dai problemi che ognuno si porta dietro.

Serge è un appassionato di arte moderna, realizzato a livello professionale (è uno stimato dermatologo) ma divorziato con figlie a carico.

Marc è un ingegnere, un uomo razionale con dei gusti decisamente più classici, è impulsivo e un po’ burbero e ovviamente la sua nemesi ha i connotati della sua compagna Paula, seguace della medicina alternativa e di soluzioni di vita più “fricchettone”.

Yvan è il terzo vertice di questo triangolo di amici: vorrebbe realizzarsi e trovare stabilità affettiva ma soprattutto economica dopo una vita fatta di cazzeggio e di divertimento, insomma cerca di mettere la proverbiale “testa a posto” e sta per sposarsi, cercando invano di barcamenarsi tra le ingombranti figure femminili che abitano la sua vita: sua madre e la sua futura moglie.

Domandona…. avevo visto ART con Alessio Boni, Gigio Alberti e Alessandro Haber, tre attori completamente diversi da voi. Cosa mi devo aspettare dalla Vostra messa in scena con ART?

Beh… intanto meno male che siamo diversi! Ci vedete a imitare gli attori che hai citato?

Ahahah!

Va bene, mi espongo, voi siete decisamente il tipo di attori che voglio vedere in scena.

Ecco l’ho scritto!

Se non sbaglio la versione che hai citato aveva la regia di Giampiero Solari, che saluto.

Ricordi bene, saluto anch’io Giampiero Solari, apprezzo da anni il suo lavoro e già che ci siamo salutiamo Pablo Solari che tu conosci molto bene!

… ne approfitto per ricordare che qui siamo diretti da Emanuele Conte, direttore artistico del Teatro della Tosse di Genova che ha prodotto e distribuito lo spettacolo, con cui collaboriamo felicemente ormai da qualche anno.

Scherzi a parte, credo che aldilà della bravura attoriale o delle differenze sulla messa in scena, tu ti possa aspettare di trovare sul palco 3 attori che hanno la fortuna di essere soprattutto 3 amici nella vita: insomma non abbiamo dovuto faticare chissà quanto per trovare l’affiatamento giusto, al punto che spesso ci troviamo a prenderci in giro o litigare come fanno i 3 personaggi nella pièce!

Ma si può demolire un’amicizia per colpa di un quadro?

Un quadro, un cambiamento nella nostra routine quotidiana, persino una diversa fede sportiva… il fatto è che spesso prendiamo come pretesto delle cose che potrebbero sembrare poco importanti ma che in realtà servono da capro espiatorio per riversare tutti i non detti, le problematiche personali, i nodi delle relazioni, l’insicurezza che questi cambiamenti portano. Credo che sia questa la forza di questo piccolo gioiello di Yasmina Reza: parte da un discorso sull’arte ma non è uno spettacolo solo per curatori di mostre, appassionati di opere o addetti ai lavori: tocca corde che appartengono alle relazioni e all’animo umano e che quindi sono universali.

ART è un dramma travestito da commedia o una commedia drammatica?

(ecco il Marzullo che esce fuori da me!)

Vade retro Gigi!

Direi che è decisamente una commedia, con dei risvolti anche drammatici se vogliamo, ma mai pesante o troppo esistenziale: come nella vita, si mescola sempre il comico con momenti più tristi, grotteschi, imprevisti. E la scrittura della Yasmina Reza in questo è magistrale, e affronta e dipinge il tutto con grande profondità ma con una piacevole leggerezza.

Luca Mammoli avrebbe acquistato un quadro totalmente bianco in nome dell’ARTe contemporanea?

Mi va di lusso ad aver comprato casa da poco, le mie modeste risorse economiche le ho investite sul mattone piuttosto che in tele bianche. Comunque sono d’accordo col personaggio che interpreto: non credo lo acquisterei mai!

Cosa ne pensi del teatro contemporaneo?…

Penso che un teatro degno di questo nome debba per forza essere sempre contemporaneo, per definizione.

Il teatro è vivo, parla alla società qui e ora, non può permettersi di essere in altri tempi diversi dal nostro: altrimenti diventa una celebrazione vuota, assume valore museale. Ed è giusto che si cerchino le forme e i linguaggi giusti per abbattere le barriere, suscitare nuove riflessioni e rifondare ogni volta quella connessione, quell’incontro tra platea e palcoscenico che è la peculiarità che rende unico il teatro e lo spettacolo dal vivo. Se poi questa relazione abbia bisogno di forme più “tradizionali” o di “avanguardia” credo dipenda dai singoli casi.

Il mondo (teatro) è bello perché e vario!

Sono d’accordissimo!

Tornando ad ART, a fine serata, rimarranno più interrogativi sul non detto oppure pace fatta?

Premesso che a me personalmente piace uscire da teatro con più interrogativi piuttosto che certezze… ma non vorremo mica fare spoiler!

Parafrasando Manzoni ti dico: ai posteri l’ardua sentenza.

Vi aspettiamo a teatro!

Se anche a Voi piace uscire da teatro con molti interrogativi vi consiglio di andare a vedere…

ART
dal 15 al 20 novembre 2022 – Teatro Leonardo
di Yasmina Reza
traduzione Federica Di Lella e Lorenza Di Lella
regia e scene Emanuele Conte
con Luca Mammoli, Enrico Pittaluga, Graziano Siressi
(di Generazione Disagio)

sinossi

In una stanza, i tre protagonisti, si confrontano sulla qualità artistica di un quadro completamente bianco discutendo sul prezzo d’acquisto per il quale è stato comprato da uno dei tre. La discussione diviene ben presto un dibattito dai toni accesi sull’arte contemporanea e sfocia in un violento litigio che non riguarda più l’arte ma il rapporto di amicizia tra i protagonisti.

Yasmina Reza grazie a ART dimostra quanto anche un rapporto profondo come l’amicizia nasconda insidie insospettabili.

Buona serata a teatro

TiTo

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