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Emma Bovary, come Don Chisciotte, come Amleto, è una sapiente fabbricatrice di illusioni, e pare mossa, sempre, da una folle, a tratti esasperante, volontà di rendere concrete queste illusioni, di cucirsele addosso, indossarle senza curarsi delle evidenti sproporzioni che portano in dote, di farne splendidi fondali a uso e consumo della propria sbiadita esistenza.
La signora Bovary, vittima delle proprie fantasie, nel desiderio di far del suo percorso sulla terra materia da romanzo, nella ferma volontà di divenire protagonista indiscussa della vita che le hanno dato da vivere, inciampa costantemente fino a perdere il ritmo dei propri passi, per poi sbagliare grossolanamente il tempo dell’ingresso in scena, così, anziché precipitare in quell’orgia perpetua che crede aver diritto di abitare, si ritrova in una stretta gabbia piena di trappole, doppi fondi, bassezze e personaggi caricaturali; un luogo che non possiede né l’altezza vertiginosa di un qualche paradiso né l’abisso profondo dell’inferno, ma solo l’insopportabile umida orizzontalità di un acquitrino melmoso.
C’è un tratto carnale, sanguigno in questa Madame Bovary riscritta da Letizia Russo per la regia di Andrea Baracco; un tratto che Lucia Lavia, nei panni della protagonista, ha accolto dentro di sé con lo spirito della devota. Il personaggio creato da Gustave Flaubert si tinge qui di una sessualità esplicita, un erotismo prorompente che coincide con un’altra sfumatura significativa già presente nella Bovary originale: quell’eterna fame di vita che diventa bisogno implacabile di esistere in una forma libera da qualsiasi costrizione.
In occasione dello spettacolo si terranno due lezioni sul capolavoro di Flaubert:
Mercoledì 11 gennaio alle 18
Madame Bovary e la perversione della cultura
Lectio di Marisa Verna
Professore ordinario di Letteratura francese alla Facoltà di Scienze linguistiche
e Letterature straniere dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.
Venerdì 13 gennaio alle 18
Flaubert ovvero l’invenzione della forma
Lectio di Stefano Agosti
Professore emerito di Letteratura francese dell’Università Ca’ Foscari di Venezia
MADAME BOVARY
di Gustave Flaubert
riscrittura di Letizia Russo
regia di Andrea Baracco
con Lucia Lavia, Woody Neri, Gabriele Portoghese, Mauro Conte, Laurence Mazzoni, Roberta Zanardo, Elisa Di Eusanio e Xhuljo Petushi
DOVE? Teatro Franco Parenti
QUANDO? Dall’11 al 22 gennaio
PREZZI: Intero: prime file 40€/II e III settore 32€/IV settore 25€, Over65/Under26: II, III, IV settore 18€, Convenzioni: II, III settore 22,50€/IV settore 18€
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