Recensione: “Figurini”

figurini

“Il calcio è uno sport per gentiluomini giocato da bestie”

La frase del rugbista e giornalista statunitense Henry Blaha viene per una volta smentita. A farlo sono Marco Continanza e Davide Marranchelli che schierano in campo (e sul palco) la squadra dei buoni, undici calciatori che avranno il compito di sconfiggere in una emozionante partita immaginaria, commentata ovviamente da Bruno Pizzul, i rivali cattivi e maleducati. Una maleducazione che non riguarda solo il mondo del calcio, ma tutta la società, e che i due attori vogliono superare attraverso i loro racconti da sognatori romantici.

Così nasce “Figurini”, spettacolo che continua la sua tournée tornando a Milano nella sala del Teatro Linguaggicreativi. La durata si avvicina a quella di una partita di calcio, ma non di uno scialbo zero a zero tra due squadre compiacenti in cerca di punti salvezza, piuttosto siamo ai livelli di Italia-Germania 4-3, ricca di emozioni e di colpi di scena.

Continanza e Marranchelli hanno tanto da raccontare e riescono a farlo con maestria passando dal cabaret che strappa grandi risate alla solennità di momenti drammatici come la tragedia di Superga o la sfida del 1974 tra Brasile e Zaire con una comica punizione calciata da Ilunga Mwepu in cui si nasconde qualcosa che di comico ha ben poco. Da Ibrahimovic al numero 4 di una piccola squadra amatoriale, da Scirea a papa Francesco, ogni personaggio chiamato a formare questa utopica squadra dei buoni ha qualcosa da svelare al pubblico. Il calcio fa da filo conduttore in un testo che non ha i calciatori come protagonisti, bensì gli uomini, alcuni sono dei professionisti, qualcuno probabilmente non ha mai giocato seriamente, uno addirittura è un personaggio dei cartoni animati, eppure anche la sua storia ha qualcosa da insegnare.

I due attori, oltre a spalleggiarsi con grande affiatamento, dettano i tempi come dei perfetti metronomi del centrocampo, permettendo allo spettatore di ridere quando c’è da ridere ed emozionarsi quando cresce l’enfasi del racconto. Il tutto accompagnato da una colonna sonora che strizza l’occhio al pubblico e nella quale troviamo brani come “Un’estate italiana”, “Also sprach Zarathustra” e perfino la sigla di “Holly e Benji”. La scenografia poi, non poteva non essere ricca di elementi calcistici: panchina, palloni, scarpe, magliette, pantaloncini, non manca nemmeno il thermos per il tè di fine primo tempo.

Qualcuno si domanderà se “Figurini” può convincere anche chi col calcio ha poco da spartire e la risposta è sì. Anche in questo caso il merito è tutto della coppia Continanza-Marranchelli sempre bravi a scegliere gli argomenti giusti e a stimolare, tra una battuta e un aneddoto, la curiosità della gente. Uno spettacolo che fa sognare, regala speranza e insegna che, anche in caso di errori, c’è sempre a disposizione il terzo tempo per sistemare le cose.

Ivan Filannino

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