Bruno Fornasari porta “Brutto”, opera di Marius von Mayenburg sul palco del Teatro Filodrammatici. Una commedia degli equivoci che strappa tante risate al pubblico, ma che porta con sé un messaggio molto serio.
Lo scienziato Lette scopre di essere troppo brutto e di non poter andare sul palco a presentare il progetto realizzato dalla sua azienda e scopre che la moglie lo ha sempre trovato orrendo d’aspetto. L’unica soluzione è l’operazione chirurgica, il risultato è perfetto, Lette diventa bellissimo. Grazie al nuovo volto la vita dell’uomo cambia radicalmente, tutti lo vogliono, ma peggio ancora tutti desiderano essere uguali a lui.
La bellezza diventa così omologazione, una stamperia di facce perfette tutte identiche che fanno sparire quello che davvero è bello, cioè l’unicità dell’essere.
Sul palco Tommaso Amadio, Mirko Ciotta, Michele Radice, Cinzia Spanò, interpretazione perfetta, bravi a interagire a catena nonostante il continuo cambio di ruolo. I quattro attori, infatti, interpretano otto ruoli senza cambiare volto e nemmeno abito, chiaro segno di come l’identità sia totalmente superflua in quest’opera. L’io non esiste più, l’uomo perde completamente se stesso sacrificandosi sull’altare dell’apparenza.
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