
Ecco l’intervista realizzata dalla nostra Arianna Lomolino a Gustavo La Volpe, direttore artistico di “Il Politeatro”
Arianna Lomolino: Gustavo, ci siamo lasciati che eri uno spirito libero e ci ritroviamo che stai alla scrivania del direttore artistico de Il Politeatro… un teatro nuovissimo, duecento posti, ben collegato, e in una zona della città in cui non sono presenti molte realtà di questo tipo; potenzialmente potrebbe essere un nuovo polo di attrazione non indifferente. Come ci si sente?
Gustavo La Volpe: ah, gravati da tanti impegni! Ma anche curiosi di iniziare una nuova avventura. La proposta di gestione è arrivata dalla parrocchia e l’ho colta come l’entusiasmante opportunità di proporre i miei spettacoli, avviare nuovi progetti, misurarsi in un modo, per me nuovo, con la città. Al momento il teatro è in co-gestione, lavoriamo in parallelo, ognuno può affittare il teatro separatamente, a me è affidata la direzione artistica. Le spese sono tante, gestirlo interamente significava scommettere troppo, mentre cerco collaboratori, posso contare sul sostegno della parrocchia e dei suoi volontari. Sono cauto, è un periodo di prova che durerà fino a giugno, sto cercando di farmi conoscere, e a mia volta conoscere il territorio. L’idea sarebbe quella di iniziare con una vera e propria stagione teatrale da ottobre 2016.
A: è la tua primissima esperienza di direzione?
G: ho fatto sempre regia, ma non ho mai diretto un teatro, è la mia prima volta. è qualcosa di nuovo da scoprire, la sto prendendo come un’avventura impiegando tutte le mie risorse ed energie, ma senza illusioni. Potrebbe essere un sogno che si realizza sulla base di un’esperienza maturata, ma prima che lo sia dobbiamo… verificarlo.
A: come ti sei inserito, così a metà stagione, nel panorama teatrale milanese?
G: ora debuttiamo il 23 gennaio con un’unica replica dello spettacolo andato molto bene quest’inverno Tutto può accadere, scritto da Alberto Pistacchia che ha anche curato la regia. Sarà una replica per addetti ai lavori ma non solo, per far conoscere lo spettacolo e il teatro, cercare produzioni, mettersi sempre continuamente in pista. Si tratta di una commedia brillante, recitata e cantata, un vero divertimento.
Parallelamente sto portando avanti il progetto di uno spettacolo scritto da me in occasione del centenario della nascita di Frank Sinatra: “Frank Sina…sce”. Spettacolo in cui racconto l’incredibile storia del cantante, nei panni del suo cameriere personale, accompagnato da una band composta da tre elementi. Abbiamo debutatto a Canzo in giungo, ora conto di debuttare qui a Milano; uno studio di registrazione mi ha anche proposto di incidere il disco, e quindi in cantiere c’è anche questa novità, conto molto su questo spettacolo.
A: e cosa mi dici di Eduardiamo, lo spettacolo su De Filippo che esordì l’anno scorso in prima nazionale qui a Milano al teatro Alta Luce Teatro?
G: Lo riproporrò senz’altro – bisogna contare sulle proprie risorse in un momento come questo.
A: ci sono altri progetti specifici?
G: da qui a giugno terrei ad avviare un’attività didattica, a breve usciranno delle locandine, questa è una zona molto popolata e popolare che non pullula di spazi come questo e vorrei approfittarne per mettere radici.
La programmazione del teatro è già ricca ed è un buon punto di osservazione per capire qual è la richiesta della zona. In generale mi auguro di riuscire a fare ciò che vorrei, stimolando, il pubblico variegato che mi si presenta, e assecondarne le esigenze. Non bisogna trascurare nulla, il teatro deve entrare in sintonia con il territorio.
Io mi diverto, mi piacciono le sfide, questa è una scoperta, come quando venni a Milano anni fa con alle spalle una carriera già consolidata nel teatro napoletano, arrivai e ricominciai da zero con tutto l’entusiasmo possibile.
Il teatro oggi si fa per sopravvivere, una sopravvivenza più legata al senso artistico che pertiene ad ogni artista: con questo teatro provo a (ri)dire “Io esisto come artista”.
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