La tradizione milanese al Teatro Caboto

Teatro Caboto

Un nuovo appuntamento per gli appassionati del teatro in dialetto milanese è al Teatro Caboto con una commedia di Guido Bertini messa in scena dalla compagnia Politeatro-Humaniter, per la regia di Felice Forcella.

“La marchesina l’è malada ovvero: on animal de controll” ci racconta le vicende di una famiglia nobile di campagna con la sua ilarità e i suoi segreti, le interferenze nella loro vita da parte di un medico senza scrupoli e le sue assistenti, il gesto d’aiuto di un altro uomo di medicina ma leale e corretto, piccoli colpi di scena, l’amore che sboccia nonostante le difficoltà e una sorpresa all’ultimo minuto per un finale che accontenta tutti.

Una formula classica che vede sulla scena diversi personaggi in un susseguirsi di momenti spassosi, di riflessione e che sfiorano anche il cuore quando l’amore ha la parte del protagonista; è lui alla fine, infatti, la cura per tutti i mali e la soluzione per tutti i problemi, almeno per quelli della famiglia di marchesi.

La vicenda gira attorno alla malattia improvvisa che ha colpito la marchesina Luisa e per la quale non si trova proprio rimedio; viene allora interpellato un famoso medico tedesco di città, pieno di arie e sempre molto di fretta perché preso da mille impegni, che, intravisto come sfruttare al meglio la situazione per un proprio tornaconto personale, affida la malata alle cure di una sua infermiera e propone come medicina un suo ultimo ritrovato in fase ancora sperimentale.
Entra in questo momento in scena un uomo infelice e spiantato che vuole suicidarsi nei pressi della casa dei marchesi ma è troppo maldestro per riuscirvi; viene salvato infatti dal medico di campagna e portato proprio dai marchesi per le cure necessarie. Accetterà, quindi, per ringraziarli della loro generosità, di fare da “animal de controll” per la sperimentazione della nuova medicina; sarà dunque una sorta di cavia per monitorare l’andamento della cura, condizione necessaria per la somministrazione del farmaco alla marchesina.

Ma di cosa è davvero malata la giovane nobile? Il medico di campagna non si fida di questa nuova cura e sospetta sia tutto un tranello per guadagnare alle spalle dei marchesi; parlando con il maggiordomo più fidato scopre il segreto di famiglia e motivo per cui la marchesina sta perdendo la voglia di vivere. Decide allora di intervenire sostituendo il farmaco con un composto ad effetto placebo e, con le sue cure, il congedo dell’infermiera complice del medico tedesco e le attenzioni sempre più affettuose del nostro ex aspirante suicida le ombre si allontanano e finalmente la giovane ritrova la gioia di vivere e di amare.

Sorge un nuovo problema, però: l’uomo è povero e senza arte né parte, e di certo non viene considerato un buon partito per la marchesina. Ecco allora la sorpresa finale: entra in scena un nuovo personaggio, ma lascio scoprire agli interessati come andrà a finire. Mi piace solo pensare che sia stato il gesto d’amore compiuto nei confronti della marchesina, forse l’unico gesto davvero bello e significativo compiuto nella vita dal nostro “animal de controll” ad aver fatto sì che gli eventi della sua esistenza prendessero una nuova, inaspettata e più favorevole piega.

“La marchesina l’è malada ovvero: on animal de controll” è in scena dal 8 al 12 aprile e fa parte della rassegna di teatro in milanese che il Teatro Caboto, con il suo curatore Massimo Galimberti, organizza già da qualche anno per conservare la memoria e il patrimonio della tradizione e della lingua meneghina e per tutti coloro che amano e seguono questo genere.

Olga Bordoni

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