ProfAmà: la Leonessa D’Oro di Maria Teresa Scalvini torna a ruggire

La Leonessa D’Oro di Maria Teresa Scalvini torna a ruggire con il Festival Nazionale del Teatro Dialettale: la conferenza stampa a Palazzo Regione Lombardia con la presenza del GATAL

Presentata la nuova edizione della rassegna teatrale dello storico concorso voluto da Maria Teresa Scalvini, che si svolgerà ancora una volta nella sua Travagliato.

Cari Amici del ProfAmà, oggi vi racconto del grande risultato che passione, tenacia, fiducia e impegno trovano sempre un modo per essere riconosciuti e premiati nel tempo.

ll 25 Febbraio presso Palazzo Lombardia, sede della Regione, si è tenuta la Conferenza Stampa di presentazione della 19° edizione della LEONESSA D’ORO, ovvero il FESTIVAL NAZIONALE DEL TEATRO DIALETTALE che si terrà da marzo fino al 17 maggio con il Gran Galà di premiazione.
Protagonisti, la portavoce dell’ormai storica kermesse l’ideatrice, Maria Teresa Scalvini, insieme a Michele Faracci, Presidente del GATAL (Gruppo Attività Teatrali Amatoriali Lombardia) e i due Assessori Lombardi Simona Tironi (in carica a Istruzione, Formazione e Lavoro) e Barbara Mazzali (turismo, Marketing territoriale e Moda), che hanno lodato l’iniziativa.

Il Festival Nazionale del Teatro Dialettale e la Leonessa: l’Italia unita attraverso il teatro

“Il Festival è un impegno che inizia il giorno dopo le premiazioni” con la Leonessa, dice Tironi.
Il Festival del teatro dialettale premiato con la Leonessa d’Oro prevede realmente un grande dispiegamento di forze e di selezione.
La vera Leonessa di Travagliato, però, è senza dubbio Maria Teresa Scalvini. Donna forte e generosa, animata dallo spirito di condivisione del dialetto e della sua cultura, spiega emozionata nella pur gioviale atmosfera, con la presenza di un alcuni Alpini, in cosa consiste il Festival.
Ogni sabato, a partire dal 01 Marzo, ogni sabato, 10 Compagnie provenienti da più Regioni del nostro BelPaese, si contenderanno l’ambita Leonessa d’Oro con le loro rappresentazioni di opere, rigorosamente in dialetto.
Non a caso, lo slogan dell’evento è “l’Italia unita attraverso il teatro”: un insieme di parlate e costumi differenti, riuniti nella cornice del Teatro Micheletti di Travagliato, cittadina alle porte di Brescia.
Per ammettere, prima, e sancire poi la miglior Compagnia di Teatro Dialettale italiana dell’evento, la selezione implica un lavoro di mesi. Maria Teresa Scalvini, promotrice insieme all’Associazione Culturale “Il Mosaico”, di cui è presidentessa, lo esegue instancabilmente insieme ai collaboratori e giudici.
Quest’anno sono giunte ben 121 richieste di partecipazione e proposte di opere di autori già noti o propri e locali. Dettaglio molto apprezzato, che va oltre il convenzionale.
Fino all’ultima sera, il lavoro dei giudici, che coinvolge protagonisti del teatro Professionistico come Maria Filippini, autrice dei testi, Pasotti, autore bresciano, e testimonial prestigiosi come lo scenografo e regista Giacomo Andrico.
Ogni edizione è dedicata a un personaggio legato all’ambito teatrale; quest’anno sarà la volta di Adolfo Micheletti, grande attore, regista e fondatore della Compagnia “I Guitti” del Bresciano, figlio di Pietro Luigi Micheletti, padre del Teatro Sociale di Travagliato, che porta il suo nome.

10 Compagnie per ricordare i 10 giorni di Brescia, Leonessa d’Italia

Tutto ciò non è che lo specchio di quanto la Leonessa D’Oro abbia ormai ambito eco ovunque nel panorama teatrale italico.
Dalla prima edizione, nel 2000, La Signora Scalvini Scalvini ha visto il suo sogno diventare sempre più grande. Inizialmente fu una rassegna locale del dialetto organizzata per aiutare le Compagnie di teatro del Bresciano a migliorarsi attraverso il confronto, diventata presto Festival regionale, poi Festival Nazionale della Commedia Dialettale e infine l’attuale e celebre Festival Nazionale della Dialettale.
L’Assessore Tironi, già vice sindaco di Brescia, ha rivelato intanto come Scalvini si sia spesa negli anni soprattutto da un punto di vista umano, cercando di trovare il modo per contribuire o ottenere aiuti e sponsorizzazioni da parte dei Comuni di appartenenza dei partecipanti, e addirittura ospitandone alcuni presso la sua abitazione e organizzando pranzi come ringraziamento anche per i giudici che gratuitamente la seguono nel progetto.
L’ha definita, inoltre, “un esempio di accoglienza e ospitalità”.
L’amatissima e virtuosa travagliatese, visibilmente emozionata, ha spiegato la scelta del simbolo del Festival:

Mi sono detta, perché il Veneto deve avere un leone per il cinema e Brescia non una sua Leonessa? Brescia è stata universalmente denominata la Leonessa d’Italia conseguente l’eroica insurrezione delle Dieci Giornate. E da qui, ecco anche la scelta di stabilire la regola delle dieci Compagnie partecipanti”, a celebrare quei dieci giorni

E quando si parla di forza, non può che pensare ai bambini. “Gli unici ai quali inchinarsi”, mi dirà poi in privato, con uno sguardo pieno di calore umano. Coloro per i quali fa tutto questo, con la volontà di aiutare quelli più in difficoltà, insieme ai più curiosi di conoscere quel loro gergo.
Il dialetto è un modo di comunicare che scava nella cultura delle sue origini, tant’è che per molti è il modo primario e più completo, quello con più anima, attraverso il quale esprimersi.
Un po’ come il linguaggio stesso del teatro che scava profondamente nell’uomo e nelle sue tradizioni più antiche.
“Il teatro”, prosegue, è cultura piena: ciò che si esprime è anche espressione e riflesso del corpo, e ogni dialetto ne comporta diverse, tant’è che anche i movimenti che cambiano”.

L’adesione da tutta Italia è dovuta anche dal piacere da parte delle persone del centro-Sud trasferitesi al Nord di ascoltare la parlata di origine interpretata da chi giunge da luoghi a loro cari, come la terra. Come le origini alle loro radici.
Le dieci Compagnie, una per ogni giornata in calendario, che si esibiranno sono: le milanesi “Compagnia Teatrale Vittuonese”, “Compagnia dei Giovani”, le venete “L’Archibugio Compagnia Teatrale”, “Artefatto Teatro”, “Compagnia Chioggia Teatronovo” (già vincitrice 2024), la trentina “Filodrammatica Telve APS”, la toscana “Associazione Arte Teatrale Invicta APS”, la “Gruppo Teatrale Amici dell’Arte APS” di Foggia e, naturalmente, la brescianissima “Na Scarpa e ’n Sópel”.

leonessa

Il dialetto come trait d’union fra tradizione e innovazione: l’importanza di radici, eccellenze e valori quali racconto per i grandi del futuro

La Leonessa, come già ribadito, nasce per volontà e idea di Maria Teresa Scalvini.
Per l’Assessore Tironi, originaria di Brescia, “è un onore ospitare tali istituzioni nel territorio Lombardo perché permette di percepire attraverso lo spettacolo sulla scena l’importanza delle proprie radici”. Continua poi elogiando e ringraziando l’impegno e la passione che la fondatrice, amabile insegnante di teatro e di dialetto ad adulti mette nella realizzazione del Festival.
In particolare, per la carica istituzionale, l’attenzione verso i bambini è l’aspetto più importante, che così sottolinea e rinnova i ringraziamenti “per tutto l’impegno nel trasferire competenze ai bambini, anche nelle scuole”
Con tono delicato e ironico, la Signora, nel suo fine e composto completo di velluto, replica “mi fanno tribolare!”, consapevoli dell’ilarità e dell’amore che nutre per tutti i suoi bambini, oggi, così come all’inizio del suo operato. Insieme a Mosaico ha difatti inaugurato Matesca, una scuola di dialetto per i bambini delle scuole elementari. Alcuni di loro (spoiler! -n.d.r-) si esibiranno, qualcuno un po’ a sorpresa e qualcun altro più sicuro, ma tutti commossi, sorridenti e divertiti, sul palco durante la sera conclusiva.
Non manca il risalto a uno dei valori riconosciuto un po’ in maniera defilata, come quasi indifferente, cioè l’eccellenza che in un evento come quello del Festival emerge prepotentemente, come il saper fare e o inventare tipico dei Lombardi e degli Italiani più in generale.
Interviene anche l’Ass.Mazzoli, che con la collega collaborava già al Pirellone in qualità di consigliera. Per lei, manifestazioni improntate sul dialetto, sul suo recupero, possono “essere dei driver, poiché raccontano chi siamo”. I dialetti celano giocoforza in sé le identità, della nostra storia, che nonostante la globalizzazione e la sua tendenza ad uniformare, racchiudono spirito e forza di una regione.
I dialetti possono diventare un trait d’union per le nuove generazioni. Ecco che diventa un lavoro di forte responsabilità ciò che trasmettiamo alle nuove generazioni e sarà fondamentale per ciò che verrà. Al di là dei TikTok o delle conta dei followers”

“La Leonessa è parte di un racconto”, la storia della Lombardia, che anche attraverso teatro amatoriale, dialetto, sagre di paese rinsalda radici, tradizioni e identità. Portando anche nuovi visitatori e spettatori, naturalmente.

Leonessa e GATAL: un legame profondo

Fin dai tempi della milanesissima “Compagnia dei Giovani” fondata Roberto Zago, Scalvini ha avuto un fortissimo legame con il Gruppo Attività Amatoriali Lombardo, che si è rinsaldato nel tempo fino a formare amicizie resistenti al tempo, come quella con il Presidente Michele Faracci.
Per l’occasione, con un’onda di applausi, Faracci ha voluto ringraziare e a sua volta encomiare il progetto della Leonessa Maria Teresa, che come ricorda, è stata insignita di una medaglia al merito da Regione Lombardia.
Due delle 10 Compagnie selezionate per il concorso, fanno de facto parte di GATAL, ovvero “La Compagnia Teatrale Vittuonese” e “quella dei Giovani”.
Faracci espone la mission del GATAL, e in forza di ciò afferma che “l’iniziativa di Maria Teresa ha valore non tanto come Compagnia, ma perché raccoglie realtà diverse, ed è un segno di unione, unità e comunione del fare teatro. I valori del GATAL sono quelli di promozione, conoscenza culturale, educativa, permanente”. Valori che condivide con il costante cammino di apprendimento.
“Non si è mai finito di crescere. Anche io, alla mia età di 43 anni per gamba (scherza, fra i molti sentiti complimenti -n.d.r-), auspico a crescere”.
GATAL, che ha un concorso aperto alle Compagnie lombarde di filodrammatici e Amatoriali che include anche la sezione del dialetto, intende il teatro come uno spazio per la persona che cerca uno scopo per crescere, e che esercita come cittadino.

Teatro come bene e bene da trasmettere sempre, in tutte le sue tipicità.

Ad oggi, quello bresciano è l’unico Festival Nazionale del Dialetto.

Per concludere, la Leonessa d’Oro è una manifestazione di virtù umana, un evento capace di modellarsi e rinnovarsi con i tempi in continua evoluzione, partendo da una realtà di paese a rilievo nazionale.
Potremmo definirla una storia, quella della Leonessa e di Maria Teresa; di incontri, di sacrifici, tradizione e di amore per le tradizioni che da questi incontri di culture locali tornano alla luce rinnovate. Una storia che condivide i valori del GATAL e arricchisce MilanoTeatri e chiunque decida di andare a conoscerla più da vicino.
Perché la professionalità, così come l’amore e la dedizione e i principi educativi sono caratteristiche che accomunano, come anticipato in precedenza citando Antonio Zanoletti, il teatro dei Professionisti e allo stesso modo quello degli Amatoriali. Non è un caso, se quello stesso amore viene definito, con tutte le accezioni e le opinioni, le visioni che apre per ognuno di noi, si riassume in una sola parola: teatro.

Casomai sentiste un ruggito gentile in sottofondo, no, non state delirando: è la Leonessa che vi ricorda il suo invito agli spettacoli (vedi calendario a seguire) e, nondimeno, per la sua Festa, il 17 Maggio. Pertanto, Professionisti, Amàtoriali, Amàtori curiosi ed estimatori, ci vediamo a Travagliato!

Veronica Fino

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