
Partitazo del Foggia contro i malaffari. In gol Zdenek e Kurt
La felpa rosa O’Neill, la maglia del Foggia, sponsor ufficiale Banca Pescopagano, sponsor tecnico Nr, numero 11 sulle spalle. Jeans, scarpe da tennis. Vestiti, fermento, ambiente tipicamente anni 90. Siamo a Foggia, nel tempo storico in cui per la città, per dirla alla Ligabue, qualche dio non aveva finito con lei. Gia’, ma nemmeno qualche demone. La prima squadra sale e sale ancora, dalla B ecco l’aula magna del pallone, la serie A, ritrovata (dopo 13 anni di assenza) sprintando e vincendo la serie cadetta nella stagione 1990-91: l’elemento divino e utopico. Ma mentre la squadra sale, la società civile scende, nel degrado di malaffari, omertà ed efferatezze operate e commissionate dalla mafia, detta, qui, Società: l’elemento demoniaco e distopico. Partire ed andare in contropiede, alias al nord, oppure provare a restare ? Ce lo racconta, questo accorato monologo, Frichigno,frichigno,forse calco locale dall’inglese free kick, colui che nelle infinite partitelle da piccoli, improvvisate su campi altrettanto infiniti e mendicanti di emozioni, pur stando in porta, prende la palla con le mani fuori dall’area di porta, anch’essa spesso improvvisata ed immaginata (come ci rivela il regista ed attore Bevilacqua, su queste colonne, nell’intervista col direttore Filannino). Sarebbe normalmente fallo, ma il frichigno non si fa ne’ vedere ne’ sgamare. Prende la palla, alias la vita fuori dai limiti, schiaccia, prevarica.
Ecco, tanti frichigni, che non si fanno vedere ne sgamare. Però, non si può smettere di giocare, alias di vivere. Ecco i “frichigni dei frichigni” che la sfida della sopravvivenza, provano a giocarla, lì, su un campo ruvido, nudo e crudo della vita di tutti i giorni di tutti quegli anni. Prendendo, con le mani, la palla delle loro esistenze, fuori dal reticolato delle paure. Solo così, in fondo, si può salire insieme a quella forza ascensionale di Zeman e del suo 4-3-3 e volare su quel grosso jumbo immaginifico che sono Kurt e i suoi Nirvana. Barricadieri entrambi, uno attraverso il calcio, l’altro tramite la musica. Chi era ragazzo, quando i satanelli davano del filo da torcere a destra ed a manca, con gli occhi gusta quel Foggia. 2 a 1 alla Lazio ed alla Juve, 2 a 2 col Milan nel catino incandescente del Pino Zaccheria. Sensate esperienze dell’allenatore, classe 1947 e necessarie dimostrazioni di Franco Mancini in porta, Dan Petrescu dietro, Di Biagio in mediana e poi Rambaudi, Signori Baiano, i tre satanassi dei satanelli, davanti. Con le orecchie gode degli acuti di Kurt, nato, vent’anni dopo il boemo, nel 1967 e scomparso nel 1994, proprio mentre il lunapark di Zeman stava per arrivare ai titoli di coda. In città, ne succedono di ogni, ci sono delitti e la cronaca, nera, sembra voler dribblare sempre e comunque tutto e tutti. Ma la domenica, c’è il Foggia, pronto per offrire una calda coperta ed una cronaca rosso e nera e poi c’è Kurt, da poter ascoltare con i vinili e lo walkman( Youtube, era ancora di la’ da venire) tutte le volte che si vuole. Dopo il debutto avvenuto 8 anni fa, testo di Enrico Cibelli, regista ed interprete, e’ il tuttofare, in pieno stile Zemanlandia, Pierluigi Bevilacqua. La piece, le luci sono di Arturo Severo, torna nelle sale a Milano, ieri e l’altro ieri, al teatro Pim Off. Nel frattempo, il Foggia è ancora in Lega Pro, reduce da una stagione conclusasi senza infamia e senza lode all’undicesimo posto nel girone C.
Ma per la Piccola Compagnia Impertinente, nata a Foggia nel luglio 2010 e dal mood sfrontato ed audace un po’ alla Igor Kolyvanov, la punta russa che, con la maglia del Foggia, osò interrompere il record d’imbattibilità di Sebastiano Rossi portiere del Milan degli invincibili, sono arrivati premi e stellette. Infatti, lo spettacolo lo scorso anno è stato scelto per il progetto “Fringe in Rete” nell’ambito del Torino Fringe Festival 2023. vincitore Premio Palco Off al MilanOff Fringe Festival IV Edizione,finalista al DOIT festival L’Artigogolo – scrittori per il teatro, segnalazione speciale Concorso Europeo per il Teatro e la drammaturgia Tragos XVI Ed. Insomma, piazzamenti teatrali, da Champions League. Tre, sostanzialmente, i temi che si dipanano e si inseguono, come gomitoli, di uno stesso fuso: la solitudine di molti giovani della generazione X, i miti che ne accompagnano la crescita, l’orrido mostro, che attanaglia e toglie energie, ma che non vincerà, definitivamente ne’ quei ragazzi, che hanno scelto di restare, di dar in qualche modo manforte alla squadra della loro città ed alla citta’ della loro squadra, né porterà a casa, tutta, l’intera posta in palio. Prima che Pio ed Amedeo fossero, a Foggia, Frichigno era. Frichigno, un atto d’amore, una professione di fede artistica, ma non solo, per la città la cui etimologia, deriverebbe dal latino fovea, cioè fossa o dal santuario di sancta Maria de Focis. Foce. Una fossa di connessioni quindi, una foce, di spaccati di vite. Quasi che la fiumana di Foggia anni 90, inquinata ma redenta dalle visioni di Zdenek e dalle profezie di Kurt, s’immettesse nel mare, di ogni singolo spettatore.
Luca Savarese
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