
Dopo tre anni di stop forzato causato dalla pandemia, finalmente anche “We will rock you – the musical” può tornare in pista e iniziare il suo tour con un nuovo allestimento e un nuovo cast. La musica dei Queen è quindi di nuovo presente nei teatri italiani grazie a questo spettacolo scritto da Ben Elton insieme a Roger Taylor e Brian May.
La produzione italiana Barley Arts di Claudio Trotta conferma la regia di Michela Berlini a cui va anche il merito dell’adattamento dei testi. Lavoro non facile viste le numerosissime citazioni presenti nei dialoghi che la regista riesce a rendere convincenti mischiando inconfondibili titoli di musica internazionale a quelli della canzone italiana anche di recente uscita.
La storia è ambientata sul pianeta Mall in un futuro distopico datato 2223. Un mondo, molto simile alla Terra, dove a regnare è la terribile Killer Queen e dove la musica dal vivo è vietata, i suoni sono solo quelli prodotti dai computer che inibiscono e uniformano i ragazzi Ga Ga.
Un ragazzo e una ragazza, Galileo Figaro e Scaramouche, riescono però a sfuggire alle grinfie del generale Khashoggi e unirsi ai ribelli Bohemians per far riscoprire al pianeta la “magia” che può produrre un vero strumento musicale.
Ad affiancare come protagonista la già rodata Martha Rossi c’è Damiano Borgi che mette in mostra le sue doti da frontman. Di grande impatto la prova di Natascia Fonzetti, avevamo conosciuto la sua anima rock con “American Idiot”, ora nei panni di Killer Queen riesce ad emergere maggiormente sia con la sua splendida voce sia con le sue qualità di attrice che nel corso degli anni si sono sviluppate sempre di più. Un ruolo che sembra fatto su misura per lei e che va a coronare un suo sogno come ci aveva raccontato in un’intervista del 2017.
A proposito di attori citiamo anche il Kashoggi di Salvatore Bruno, ottimo antagonista pronto a fare il forte con gli indifesi ma a chinarsi davanti ai potenti. Le coreografie di Gail Richardson si adattano perfettamente alla narrazione, colpiscono in particolar modo quella di Radio ga ga e di A kind of magic con l’ensemble capace di fare centro nei pezzi con pochi performer sul palco sia quando si è al completo come in Crazy little thing called love. La ciliegina sulla torta è poi la band che esegue le musiche live, non si vedono, ma si fanno sentire bene e fin dalle prime note si capisce che tutto è suonato dal vivo. Un altro merito importante di questo allestimento è quello di non aver trasformato lo spettacolo in un concerto tributo dei Queen ma di presentare al pubblico un’opera rock vera e propria dove recitazione, canto e danza condividono equamente gli spazi.
Sui brani c’è poco da dire, parliamo di una band che ha fatto la storia della musica, con un frontman che è diventato leggenda. La tracklist va a toccare tutta la storia dei Queen dagli albori con Seven Seas of Rhye e Killer Queen agli ultimi squilli di Innuendo toccando anche il brano postumo No-One but you che Taylor, May e Deacon hanno dedicato all’amico Freddie. Ovviamente non mancano pietre miliari come Bohemian Rhapsody e We are the champions. Lo spirito di Freddie Mercury è presente ogni volta che lo si ricorda con la sua musica, ancora di più quando lo si omaggia con spettacoli di così alto livello.
We will rock you riesce nel suo scopo di essere un inno alla libertà e soprattutto un inno alla vera musica, alle chitarre, le batterie, i bassi, le tastiere e le corde vocali (senza autotube). Ma We will rock you è anche la dimostrazione che le produzioni italiane possono tenere testa ai ricchi parenti di Broadway e Londra, sta al pubblico sostenerle in tutta Italia proprio come ha fatto la platea milanese del Teatro Nazionale.
Ivan Filannino
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