Riparte il Teatro Libero: la favola di Novecento

“I tasti iniziano. I tasti finiscono. Tu sai che sono 88, su questo nessuno può fregarti. Non sono infiniti, loro. Tu sei infinito, e dentro quei tasti, infinita è la musica che puoi suonare. Loro sono 88, tu sei infinito. Questo a me piace. Questo lo si può vivere. Ma se tu, ma se io salgo su quella scaletta, e davanti a me si srotola una tastiera di milioni di tasti, milioni e miliardi di tasti, che non finiscono mai, e questa è la verità, che non finiscono mai e quella tastiera è infinita”

Dal 17 al 29 settembre 2014, Teatro Libero ospita, per la sua apertura di stagione, la storia di Danny Boodman T.D. Lemon, nota a tutti come Novecento.

Corrado D’Elia interpreta il narratore del celebre monologo di Alessandro Baricco.

In Novecento lo spettatore si lascia andare sin dai primi minuti: l’abbandono è totale, a D’Elia si concede fiducia sin dal primo istante. Si viene presi per mano dalla sua voce che come per incanto riesce a ricreare con la sola modulazione, e un giusto tocco di mimica facciale, tutto ciò che accade e viene vissuto non solo dal protagonista ma dalla realtà che gli nasce e gli si evolve attorno. Non servono maestose scenografie: è la voce a fare da padrone. Viviamo ogni emozione solo attraverso lo strumento della voce che sembra quasi diventare un tutt’uno con le dolcissime melodie da pianoforte che scandiscono le singole scene.

È lo spettacolo del ricordo. La vita di Novecento non è la vita di tutti e neanche di pochi. È una di quelle storie uniche che riescono a far innamorare e commuovere sia i bambini sia gli adulti. D’Elia la rende assoluta. Se non la vita, le emozioni di Danny T.D. Lemon sono quelle di tutti, in particolare le sue paure. Perché ci affascina così tanto la storia di un uomo che si rifiuta di scendere da una nave? Perché ognuno di noi ha paura di scendere da quella nave, nessuno escluso. La paura mista al desiderio di quel mondo oltre l’oceano ha un significato antico e primordiale: rappresenta il rimpianto e soprattutto quei limiti che nella vita, per un motivo o un altro, non riusciamo a superare.

D’Elia tratteggia un protagonista ironico e istrionico ma che nei momenti, e da sottolineare con le tempistiche giuste, riesce anche ad essere profondo e ad essere più uomo che narratore. Un’interpretazione forte che riesce, nei pochi metri che separano il palco dallo spettatore, a trasformare le parole in immagini tra il concreto e l’onirico.

Il Teatro Libero riparte con un classico e con classe.

Be the first to comment

Leave a Reply

Your email address will not be published.


*