“Rosso”: intervista a Alejandro Bruni Ocaña

Alejandro Bruni
Foto Luca Piva

Al Teatro Elfo/Puccini in scena lo spettacolo ROSSO, che debuttò nel 2012, pièce spirata alla biografia del pittore americano Mark Rothko, maestro dell’espressionismo astratto, per la regia di Francesco Frongia con Ferdinando Bruni e un gradito ritorno sulle scene teatrali Alejandro Bruni Ocaña.

Per l’occasione abbiamo fatto una chiacchierata con il bravo Alejandro, attore italo spagnolo (di fatti si divide tra Madrid e Milano), al quale abbiamo chiesto…

Dopo più di 10 anni torni a ricoprire il ruolo di Ken, giovane assistente del pittore Mark Rothko, quali le differenze, se ci sono, tra il Ken del 2002 e quello che ha debuttato il 14 febbraio 2023?

Di cose ne sono successe, sono cresciuto, ho lavorato tanto ma soprattutto ho continuato a studiare. Oggi posso dire di avere una posizione artistica più chiara. Nel 2002 giocavo a fare l’adulto, un adulto che tenta di mettersi alla pari con il Maestro, ora che sono ‘adulto’ devo fare il lavoro inverso e riscoprire un po’ di quell’innocenza, stupore, meraviglia e recuperare quello sguardo più puro, e se vuoi innocente, che avevo a 22 anni quando debuttammo, e che serve comunque nello spettacolo specie nella fase iniziale dello scontro.

Di seguito una delle battute di Ken che più mi rimasero in mente quando vidi per la prima volta Rosso:

“Lei dice che passa la vita cercando «esseri umani» veri, persone che siano in grado di guardare i suoi dipinti con compassione. Ma dentro di sé ha smesso di credere che persone del genere esistano… ha perso la fiducia… e con quella la speranza…”

Che tipo di scontro assisteremo in scena?

A vari tipi di scontro; allievo/Maestro, padre/figlio… uno scontro tra generazioni, uno scontro molto concreto tra chi ha già un’affermata posizione, e si è ritagliato un ruolo nel mondo, e chi si sta avvicinando, e affacciando, al mondo.

Da un lato ci sono le responsabilità di un Maestro, dall’altro le responsabilità di chi si pone come allievo che cerca un Maestro. Un Maestro da cui imparare, un Maestro da superare, un Maestro da uccidere, chiaramente tra virgolette. Responsabilità che uno propone e l’altro deve essere pronto ad auto ascoltarsi, e una volta rubato quel che si può rubare dai grandi, cercare di lanciarsi e proporre a sua volta.

I dialoghi sull’arte e sui colori (il nero, il bianco e… il Rosso) sono bellissimi e restituiscono una bella atmosfera…

Sì i dialoghi sono molto concreti anche se apparentemente si parla di arte, di conseguenza di questioni molto astratte, nel testo di Logan si riesce, attraverso la pittura, di portare il tutto a un qualcosa di molto terreno e concreto.

Per te cos’è l’arte?

È un canale, un luogo dove l’essere umano si mette a nudo. Quel luogo dove ci ritroviamo con noi stessi e che ci serve proprio per spogliarci ma soprattutto un luogo che ci accomuna con gli altri esseri umani. Ma è anche un ponte che ci collega e che ci mette in connessione con gli altri, ritrovando noi stessi negli altri e gli altri in noi. L’arte è fondamentale per la collettività, perché nessuno si salva da solo. L’arte salva, ci salva!

A fine serata c’è una domanda che tu vorresti fare agli spettatori?

Senza dubbio che cos’è per loro il Rosso.

Come detto nello spettacolo si parla di pittura, si parla di arte ma si parla di molte altre cose ed è proprio questo uno dei punti forti di questo testo; vari strati di lettura. Si parla di Rosso come forza vitale e si parla di nero come qualcosa di mortale che soffoca e minaccia costantemente il Rosso di conseguenza minaccia questa forza vitale.

Credo che ognuno di noi abbia nella sua vita vari strati di Rosso, almeno uno, e che sia nostro dovere individuarlo (cos’è che mi attrae, cos’è che mi piace e che cos’è che risveglia in me questa passione?), una volta individuato bisogna proteggerlo, dargli da mangiare, accudirlo contro il nero che aleggia nella nostra vita e che è fondamentale perché esista il Rosso.

Ecco mi piacerebbe chiedere agli spettatori, ad ognuno di loro:

“Che cos’è per te il Rosso e una volta, individuato, a casa come ti presti a difenderlo e tutelarlo?”.

Dopo Rosso quanto tempo dobbiamo aspettare per godere di nuovo del tuo talento in scena…

Tornerò da Madrid in autunno e tornerò sempre all’Elfo/Puccini con un altro spettacolo che amo molto assieme a Rosso che è l’Acrobata di Laura Forti con Cristina Crippa per la regia di Elio De Capitani andato in scena nel 2018. Uno spettacolo sulla resistenza ai tempi di Pinochet e sono molto felice per questo.

Per intanto non aspettiamo l’autunno per vedere in scena Alejandro, con il Maestro Ferdinando Bruni, vi aspettano all’Elfo/Puccini fino al 12 di marzo con il loro…

ROSSO
fino al 12 marzo 2023 – Teatro Elfo/Puccini
SALA FASSBINDER

di John Logan
regia, scene e costumi Francesco Frongia
con Ferdinando Bruni e Alejandro Bruni Ocaña

sinossi

Rosso è una festa del pensiero, un appassionato racconto sull’arte.

Bruni interpreta Rothko, irrequieto, sprezzante e fragile che mischia colori, si sporca anima e corpo nel confronto con il suo giovane assistente, Alejandro, e con il mondo che cambia.

TiTo

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