“Se non posso ballare…non è la mia rivoluzione”: intervista a Gabriele Scotti

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Foto Masiar Pasquali

Mary Anderson ha inventato il tergicristallo. Lillian Gilbreth la pattumiera a pedale. Maria Telkes i pannelli solari.

Ma ci sono Marie Curie, Nobel per la fisica, e Olympe De Gouges che scrisse la Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina.

Ci sono Tina Anselmi, primo ministro della Repubblica italiana; Martha Graham che fece scendere dalle punte e Pina Bausch che descrisse la vita danzando.

E poi c’è Maria Callas con la sua voce immortale come immortale è il canto poetico di Emily Dickinson, e c’è la fotoreporter Ilaria Alpi. Le sorelle Bell: Vanessa e naturalmente Virginia, la Woolf!

Entrano una dopo l’altra, chiamate con una citazione, un accento, una smorfia, un lazzo, una canzone, una strofa, un ricordo, una poesia, un gemito, una risata. O solo col nome, che a volte non serve aggiungere altro.

Come non serve aggiungere altro a chi da corpo, anima e voce a tutte queste donne, Lella Costa che assieme a Gabriele Scotti hanno realizzato la scrittura scenica dello spettacolo Se non posso ballare… non è la mia rivoluzione, ispirato a Il catalogo delle donne valorose di Serena Dandini.

Per saperne di più, vista l’amicizia che mi lega da anni con il drammaturgo Gabriele Scotti, gli ho chiesto; come si fa a portare in teatro uno spettacolo con così tante biografie di donne, e che donne!

Infatti è stata un bel lavorone!

Ma quando Serena Sinigaglia mi ha proposto: 100 donne in 100 minuti, mi è sembrata una sfida troppo interessante per desistere. C’è stata molta ricerca. Serena Dandini per scrivere il suo Catalogo delle donne valorose aveva fatto un elenco di donne, poi non per forza confluite nel libro. Con Lella e Serena siamo partiti da lì, abbiamo valutato, scelto, e poi abbiamo decisamente esondato, per arrivare alle famose 100.

Perché lo spettacolo non fosse un puro elenco, ognuna è raccontata in modo diverso: c’è la citazione, la canzone, la biografia comica, la poesia… E poi una sottile linea rossa che lega ciascuna storia, ciascuna donna, a quella che precede e a quella che segue, perché lo spettacolo sia come un flusso ininterrotto di rimandi, richiami, senza cesure.

Questo spettacolo, nel suo ‘piccolo’, può colmare la rimozione che riguarda la Storia del femminile nel mondo?

Diciamo che proprio questo è lo scopo principale dell’operazione. Il contributo femminile alla storia del mondo è ovviamente enorme, ed è ovviamente ridicolo anche solo dirlo, ma è altrettanto vero che non è mai stato adeguatamente riconosciuto. Molte donne di valore, nei campi più diversi, non hanno trovato adeguato riconoscimento in una Storia ufficiale che è eminentemente maschile. Alcune poi sono state proprio ostracizzate dalla memoria collettiva. Questo spettacolo, senza fare una guerra dei sessi, perché il punto non è ingaggiare una lotta contro gli uomini, lo spettacolo non è un j’accuse, beh lo spettacolo intende proprio, attraverso una sequenza avvincente, divertente, emotiva, di nomi e storie di donne, rendere l’idea di questo grande contributo femminile in ogni epoca e in ogni ambito dell’umana attività.

Esempio, ho letto che le prime due donne laureate sono italiane, ma nessuno lo dice e nessuno lo sa! Oltre ad essere un primato dovrebbe essere un motivo di vanto. Perché viene rimossa questa informazione tra i banchi di scuola, secondo te?

So che non lo sai, ma è proprio una battuta dello spettacolo!

Elena Corner veneziana e Laura Bassi bolognese sono le prime due donne laureate AL MONDO e nessuno lo dice. Appunto, come dici, dovrebbero insegnarcelo a scuola. Perché la cosa venga rimossa non lo so. Mi viene da dire che in Italia la cultura in genere, con annessi e connessi, non è valorizzata quanto dovrebbe. MAI. E questo ne è un ottimo esempio.

Tra le tante donne che portate in scena ce n’è una alla quale tu e Lella Costa siete particolarmente affezionati e alla quale avreste voluto dedicare più di un minuto? Se sì, quale (o quali)… se posso!

In questo caso parlo per me perché, per quanto abbiamo instaurato un bel rapporto di collaborazione, che ha portato ad esempio anche alla scrittura di podcast (Invictae, storie di donne che resistonoAction Aid, Audible), non sono ancora nella testa di Lella! (Buon per lei). Io amo il passaggio scelto per Marguerite Yourcenar da Memorie di Adriano. Il suo senso e la sua posizione nello spettacolo semplicemente li amo. Oddio, ora che ci penso si commuove sempre anche Lella quando recita quel passaggio, anche in prova!

Sì, Yourcenar era proprio una scrittrice enorme.

Dopo di che, avendo studiate tante biografie di donne, devo dire che tra quelle affascinanti c’è la bio di Marlere Dietrich. Ho letto più di 1000 pagine su di lei dopo aver lavorato a “Se non posso ballare” e non escludo che MD possa essere il soggetto per un’opera futura…

Stay tuned!

Invece, oggi chi è la donna numero 101 che inseriresti nello spettacolo Se non posso ballare… non è la mia rivoluzione e perché?

Innanzi tutto abbiamo inserito in corsa Franca Valeri, Raffaella Carrà e Monica Vitti.

Alla prima di quest’anno, a Febbraio, per tutte e tre si è levato un grande applauso spontaneo del pubblico. Sono i nostri miti contemporanei, figure a cui tutti siamo legati, affezionati, per cui, per ragioni diverse, proviamo attaccamento e ammirazione.

Dopo di che ho scoperto di recente Hedy Lamarr. Invito tutti a cercare informazioni su di lei. Un gran personaggio, veramente. E sì, per me sarebbe lei la 101esima.

C’è un uomo politico che vorresti vedere in prima fila al Teatro Carcano?

Oddio… questa è un domanda difficile.

Ti direi Zelensky perché significherebbe che la guerra in Ucraina è finita. Oppure la sua vice Vereschuk, decisamente una valorosa. Dopo di che, temo che politici non sensibili a questioni di genere, uguaglianza e diritti, beh temo che non si lascerebbero convincere neanche da questo spettacolo. Dunque dico che mi piacerebbe avere, che so, la Presidente Von der Leyen, di cui apprezzo piglio, modo di porsi e biografia. Devo dire che mi incuriosisce moltissimo anche Angela Merkel, che intenderei studiare presto per progetti futuri. Sto riflettendo che sono così pochi i politici di oggi, italiani soprattutto, che mi ispirano interesse…

La cosa è molto triste!

Eh gia! Purtroppo.

Ringrazio, come sempre, Gabriele Scotti per accettato il mio invito per parlare di:

SE NON POSSO BALLARE…NON È LA MIA RIVOLUZIONE

Teatro Carcano | Corso di Porta Romana, 63

dal 5 al 14 aprile 2022

con Lella Costa

progetto drammaturgico Serena Sinigaglia

scrittura scenica Lella Costa e Gabriele Scotti

regia Serena Sinigaglia

sinossi

una al minuto.

Tante eppure non ancora tutte le valorose donne che Lella Costa riesce ad evocare con la voce e con i gesti, invitandole come un gran cerimoniere, ad entrare e ballare con lei.

Perché, come disse magistralmente e per sempre una di loro, Emma Goldman:

Se non posso ballare… questa non è la mia rivoluzione.

curiosità

Chi è la tua donna valorosa?

Dillo pubblicando sui tuoi social taggando @ioballoperlei e @thecircleitalia usando l’hashtag #ioballoperlei , con una foto, una coreografia, un video, una poesia un pensiero per descrivere chi è la donna cui ci si ispira, quella per la quale… si balla.

Progetto di The Circle Italia Onlus rivolto a tutti e in particolare ai più giovani, chiamati a raccontare la propria donna valorosa, per contribuire alla stesura di un nuovo grande catalogo di donne valorose.

E adesso tutti a ballare, dove? Al Teatro Carcano di Milano grazie a Lella Costa.

TiTo

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