
Marco Vergani approda sui palcoscenici del Teatro dell’Elfo, applaudito protagonista del monologo di Valentina Diana L’eternità dolcissima di Renato Cane, diretto da Vinicio Marchioni.
Il protagonista è un uomo medio, ha la sua bella famiglia con moglie e figlio e un posto di lavoro sicuro. La sua vita scorre tranquilla e monotona, finché scopre di avere un cancro e la sua morte avverrà nel giro di tre o quattro mesi. Si rivolge alla B.B.B. Azienda specializzata in funerali e anche in qualcosa di più, l’eternità.
Firma un contratto col demonio, ma ancora una volta il destino cambia le carte in tavola.
Tornato a casa Renato racconta tutto alla moglie che però gli dice di provare uno dei miracolosi paramedicisantoniradicalkitsch. Renato guarisce. Cambia di nuovo tutto, ossia torna tutto come prima ma in realtà non del tutto ed è proprio il reinserirsi nella vita tranquilla e monotona di tutti i giorni che diventa impossibile: a Renato Cane non resterà che tenersi l’Eternità comprata a carissimo prezzo.
La penna di Valentina Diana – che il pubblico dell’Elfo ha apprezzato nella Palestra della felicità, andato anch’esso in scena in sala Bausch – affronta con il consueto stile grottesco e surreale e con tocco leggero l’argomento più scomodo da portare a teatro.
«L’idea di scrivere sulla morte, di trovare un punto dal quale poter guardare ad essa senza soggezione mi affascinava, racconta l’autrice. Mi pare estremamente interessante lavorare su queste due cose che fanno a pugni: il profitto e l’estremità assoluta, panica, dell’atto del morire. Come fai quando una cosa fa paura a tutti, non la vuole nessuno e tutti ne hanno paura? come fai a venderla? Semplice – dice il nano – basta renderla desiderabile. È andata così, che mettere insieme, uno vicino all’altro, il fatto tragico e mistico anche, della morte, con il lavorio trucido del trar profitto da tutto, non so, mi piaceva, per contrasto. I contrasti, son fatta così, mi danno l’idea che ci sia sotto qualcosa di vivo, appunto, una verità che c’è e non c’è, e che mostrarlo sia poetico».
Dalle note di regia di Vinicio Marchioni
«Forse la malattia stessa del Signor Cane è solo un pretesto per parlare di quanto il consumismo, la pubblicità, i soldi, ci mangino la vita. Ed è attraverso un altro pretesto, quello della finzione scenica del monologo teatrale, che grazie a Renato Cane anche noi siamo obbligati a riflettere su queste domande. Mentre ridiamo del nostro protagonista, mentre proviamo compassione (patiamo assieme a lui) per un Cane qualsiasi. Perché bisogna essere leggeri per fare domande del genere, per riflettere su questi argomenti, perché ogni tanto fa bene farlo. Ma bisogna poterne ridere. Ridere di un Renato Cane qualunque che muore. E’ una storia assurda, grottesca, la sua. Che muore da solo, come un cane appunto. Come tutti noi, per quanto duro da accettare, prima o poi. Allora tanto vale riderne e, grazie al teatro, riscoprire che tutti siamo dei potenziali Renato Cane, e magari uscire dopo un’ora un po’ più felici e sollevati per la vita che ci è concessa».
L’ETERNITA’ DOLCISSIMA DI RENATO CANE
di Valentina Diana
con Marco Vergani
regia Vinicio Marchioni
DOVE? Teatro Elfo Puccini Sala Bausch
QUANDO? dal 16 al 21 gennaio ore 19.30 (domenica ore 15.30)
PREZZI: intero 32,50€, ridotto 17€ (martedì 21,50€)
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