
Il 16, 17 e 18 marzo è stata presentata alla Fabbrica del Vapore la prima edizione del Festival del Silenzio, progetto organizzato dalla compagnia milanese Fattoria Vittadini, curato insieme all’attrice Rita Mazza.
Alla base del Festival vi è l’idea di far incontrare sistemi espressivi differenti, quello delle parole e quello dei segni, quello del corpo e quello delle immagini, stabilendo così un’intercomunicazione e un ricco scambio tra linguaggi comunicativi diversi. Al destinatario è chiesta solo una cosa: lasciarsi andare all’ascolto di varie forme artistiche, alla scoperta di un unico linguaggio al quale siamo tutti interconnessi, a prescindere dalle parole. Il Festival del Silenzio propone un programma vasto e molto vario, con workshop, proiezioni Cinedeaf – festival internazionale del Cinema Sordo –, una mostra sul transfuturismo russo, spettacoli di varia natura artistica. Insomma, un’idea interessante realizzata con un progetto degno di lode.
Partecipando anche solo a due manifestazioni artistiche, molto distanti tra loro, è stato possibile verificare la ricchezza delle esperienze proposte dal Festival. La prima, Nude of a black haired woman, si tratta di una performance di Andreea David, artista indipendente che lavora all’esplorazione e alla sperimentazione di diverse pratiche performative. Lo spettacolo è totalmente muto, unico strumento di comunicazione è il corpo nudo dell’attrice che si muove in scena esplorando e rappresentando tutte le varie posture stereotipiche che si modellano sul corpo femminile.
Completamente diversa è stata l’esperienza di Esemplari femminili, spettacolo ideato e rappresentato da Francesca Penzo e Tamar Grosz, concentrato sulla femminilità. Mentre inscenano la creatività e l’esuberanza di un corpo femminile, le due attrici trasportano sul palcoscenico una carica fisica emotiva sorprendente. Con il testo di una narratrice esterna allo spettacolo, quella di Barbara Granata, accompagnata in scena dalla voce narrante LIS di Rita Mazza, Esemplari femminili si esplica come una intensa riflessione sul mondo femminile che va ben oltre le dichiarazioni di differenza e si impone invece come una considerazione di esistenza, e per ciò stesso profondamente intimistica.
Chiara Musati
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