Fedra e sangue

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La Fedra di Andrea de Rosa in scena al Piccolo Teatro Grassi è uno spettacolo denso, forte della crudezza della fonte senechiana. Al centro della scena si trova un cubo in plexiglass, fa pensare a una stanza dell’azione, all’interno del quale la tragedia annunciata si avvera. Al limite del proscenio, circondata da microfoni un’impeccabile Anna Coppola, Venere, Afrodite, una dea qualunque, addirittura nessuna dea, voce narrante, deus ex machina , burattinaia perversa e beffarda.

Laura Marinoni è una sensuale Fedra, tormentata dal folle desiderio incestuoso di possedere il candido Ippolito, un convincente Fabrizio Falco, devoto alla casta Artemide, ostile all’amore carnale. La regia è maestosa ed efficace nelle scelte delle luci e dell’organizzazione dello spazio, precisa per il tenore delle musiche, d’effetto è il posto occupato da Teseo, ora sullo sfondo, ora dietro una maschera di gesso priva di lineamenti – posto che, a causa della menzogna di Fedra, occuperà Ippolito.

L’interpretazione di Luca Lazzareschi regala il Teseo che ci si immagina, riemerso dagli inferi, occupato dalle sue nefandezze. Non ultima per importanza la bravura di Tamara Balducci, spettatrice attiva della tragedia, complice e consigliera di Fedra. Sarà lei, con gesti pietosi, a invitare un padre a ricomporre, nel pentimento, il corpo di un figlio offeso.

Arianna Lomolino

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