Frida Kahlo nasce nel 1907, è fiera di portare un nome che significa Pace, e della sua data di nascita: lei è figlia della Rivoluzione Messicana. E oggi, in un periodo storico in cui la Rivoluzione ha un suono più remoto che mai, lo Spazio Tertulliano ospita il lavoro di Annalisa Asha Esposito sulla pittrice, Hija de la Revoluciòn! Frida dentro, Frida fuori.
Lo spettacolo è pensato secondo coordinate semplici su toni che variano dall’ironico al lirico, l’attrice, drammaturga e regista, si veste di Frida fin dall’idioma, ed entra in quei panni con intelligenza e grazia. Non c’è mitizzazione, ne culto del femminile, la stessa tragicità non ha le tinte fosche della vendetta, ha invece l’ingenuità della fede nell’arte, e quindi i suoi colori vivi. Esposito “scherza” con il dolore, scegliendo gli oggetti in scena e i costumi con la stessa eleganza con cui pensa al testo, fluido nel ricamarsi intorno ad aneddoti più o meno noti, giocoso e al contempo inevitabilmente drammatico.
Si rinuncia a qualsiasi forma agiografica e l’immagine restituita soddisfa tutti, è un affresco essenziale per chi conosce poco Frida, chi invece ha più dimestichezza può riconoscere la profondità dell’analisi sulla sua figura. Un’immagine ambigua, complessa e lontana, ma l’artista mentre recita il suo monologo dimostra di continuare a esaminare il personaggio, scelto non per moda ma per vocazione, e così sul palco trova posto la giustezza e Viva la Revoluciòn!
Arianna Lomolino
Leave a Reply