“La caccia al tesoro”: intervista a Bruno Fornasari

tesoro
foto Laila Pozzo

Al Teatro Filodrammatici una nuova commedia satirica, in prima nazionale, scritta e diretta da Bruno Fornasari in scena da giovedì 21 novembre a domenica 8 dicembre 2024 La caccia a tesoro.

Una riflessione sulle contraddizioni della società contemporanea, divisa tra il desiderio di inclusività e la naturale tendenza all’esclusione con Yudel Collazo, Michele Di Giacomo, Linda Gennari e Ksenija Martinovic.

La caccia al tesoro racconta la storia di un’anziana madre, prossima alla morte, e dei suoi due figli che si ritrovano a dover organizzare il possibile funerale e la divisione dei beni, ma… perché con Fornasari c’è sempre un ma… scopriranno che il patrimonio dovrà essere spartito, con chi?

Per saperne di più e stuzzicare la nostra fantasia ho contattato l’amico Bruno Fornasari al quale ho chiesto quando e perché nasce La caccia al tesoro?

L’idea del testo è nata dall’osservare un aumento di consenso per politiche conservatrici e sovraniste.
Ho cercato di capire quali potessero essere le ragioni di un così ampio orientamento, perché mi sembrava semplicistico che la cosa si liquidasse come differenza tra gente di destra o di sinistra, come se qualcuno un bel mattino si svegliasse da una parte o dall’altra. Oltre ad essere delle categorie scadute da un po’, cerco sempre di resistere alla tentazione di dare una definizione semplice per situazioni che sfuggono alla mia comprensione immediata. A volte le cose suonano troppo semplici per essere vere.

Ci presenti i protagonisti di questa storia…

Un fratello e una sorella sono quasi al capezzale della madre morente e stanno ragionando su come gestire l’eredità. Dico quasi, perché prima d’arrivarci scoprono che la madre aveva altri due figli adottivi che reclamano anch’essi una parte di quell’eredità.
Scoppia quindi una lotta tra loro per decidere che cosa fare di quello che la vecchia madre ha deciso di lasciare: si tratta di una vecchia galleria d’arte, piena di opere invendute, situata a bordo di una piscina poco curata. La situazione per me è la metafora del nostro paese: un luogo d’arte affacciato su un mare inquinato che nessuno sa come gestire al meglio.

Ipotizzando gli ingredienti di un’ipotetica ricetta di successo a teatro, quali non devono assolutamente mancare Bruno Fornasari?

Conflitti radicali, problemi difficili da risolvere, grandi desideri, vittime e carnefici, il tutto condito d’ironia e ricerca di autenticità.

Ne La caccia al tesoro, ci sono gli ingredienti di cui sopra?

Spero…
Sicuramente c’è un cast che racconta benissimo la storia.

Bruno Fornasari quanto ama l’eccesso?

Io in realtà sono molto morigerato, a parte le imprecazioni (sono veneto d’origine e si sente) e l’aver dovuto smettere di fumare perché non riuscivo a stare sotto il pacchetto e mezzo.

La provocazione?

In teatro mi piace spingere al limite la provocazione intellettuale, non tanto con l’idea di “epater les bourgeois”, non c’è più nulla che ci scalfisca ormai, ma con l’idea di premere il dito sul punto critico, sul dente che tutti credevamo fosse sano e che invece ha le radici malate.
Ne La caccia al tesoro, per esempio, se dovessi riassumere tutto in un claim, come si usa dire tra noi comunicatori (questa è ironia), direi che lo spettacolo parla del fatto che “siamo tutti accoglienti con le case degli altri”.
E sfido chiunque a venire a teatro per dirci che non si riconosce un po’ in questo.

Quant’è difficile fare oggi in Italia nuova drammaturgia?

Molto.
Quello che è nuovo non è famigliare e le cose che non conosciamo non ci rassicurano. Questa non è una novità, ma se la combiniamo con la caduta vertiginosa del desiderio di stare insieme dal vivo, perché uscire di casa è sempre più scomodo, faticoso e costoso, allora la soluzione diventa la piattaforma e un divano accogliente, magari con qualche persona cara. Non c’è giudizio in quello che dico, c’è molta autobiografia.

L’ultimo spettacolo che hai visto, lo consiglieresti?

Mi è sempre più difficile andare a teatro, se non per lavoro, dato che ho anche un bambino piccolo. Ho visto però su piattaforma del National Theatre at Home uno straordinario Amleto con Andrew Scott, la performance più emotiva, ragionata e spiazzante che abbia mai visto.

Concludendo…
Cosa ti piacerebbe leggere in una recensione dello spettacolo La caccia al tesoro e cosa invece ti darebbe più fastidio?

Questa è dura. Non saprei dire, quindi, come dicevo, la metto su due opposti.
Mi piacerebbe leggere che “due cose sono piaciute al pubblico: la presenza di un intrattenimento provocatorio e intelligente e l’assenza di una noia verbosa e arrogante”.
Troppo sinistra e destra o troppo destra e sinistra?

Quando?
da giovedì 21 novembre a domenica 8 dicembre 2024

Dove?
Teatro Filodrammatici – Milano

La caccia al tesoro
scritto e diretto da Bruno Fornasari
con Yudel Collazo, Michele Di Giacomo, Linda Gennari, Ksenija Martinovic
movimenti Marta Belloni
scena e luci Fabrizio Visconti
costumi Mirella Salvischiani
aiuto costumi Gloria Caprioli
assistenti alla regia Giulia Di Sacco, Federica Dominoni
direzione tecnica Silvia Laureti
produzione Teatro Filodrammatici di Milano
con il sostegno di Regione Lombardia e Fondazione Cariplo – Progetto NEXT 2023
crediti fotografici Laila Pozzo

La caccia dei quattro “figli” potrebbe avere per posta in palio un “tesoro” diverso da quello economico;
la scoperta di un’umanità insperata o la conferma di una condizione perenne di conflitto tra bisogni e desideri inconciliabili?

Basterà andare a teatro per scoprirlo!
TiTo

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