La porta, deissi di una relazione

la porta

Se non vi fossero poli opposti sussisterebbero le infinite diversità intermedie? E su cosa poggia questa forza che tiene insieme gli estremi?
La Porta, reading teatrale tratto dal romanzo di Magda Szabò, si pone come metonimia di un rito assai intricato che travalica qualsivoglia condizione puramente meccanica.

Maria Paiato e Maria Pilar Pérez Aspa incarnano con maestria impeccabile due identità opposte e in quanto tali necessarie per la relativa sussistenza ontologica. Ci sono, secondo una delle due protagoniste della scena, due solo due categorie di uomini, chi maneggia la scopa (Emerenc) e chi non lo fa (Magda), e da chi non scopa ci si può aspettare di tutto, poco importano gli slogan e le bandiere che usa per celebrare le feste nazionali.

Eppur nel mezzo della diversità che attraversa due estremi, la chiave è l’accettazione del multiforme come arricchimento soggettivo e relazionale. Lo spettacolo, in scena fino al 15 gennaio al Teatro Atir Ringhiera, per mezzo della parola e di un racconto dispiega una seduzione sacra che trapela fucine di piacere e liberazione dal dolore.

La porta, elemento di un tutto notevolmente cosmico, designa e rammenta la complessità di un rito della soglia. Ma la soglia apre a geografie fisiche e immateriali. In cristallina adesione alla credenza cinese per cui ogni zolletta di territorio è presieduta da una divinità diversa, in scena ciò che si realizza è l’attraversamento della soglia che introduce nel “tempio-persona”, dominato da un sacro Io.

L’arma vincente è l’ardimentosa semplicità scenografica e la magnetica capacità attoriale che tutto rimette al significato di un rito di alleanza, o per meglio dire, di preparazione all’alleanza preceduto e succeduto da un cerimoniale di preparazione al margine nella convinzione che <<… quando l’umanità andrà a spasso tra le stelle, nessuno ricorderà più quel pianeta lontano, quel barbaro asilo infantile dove abbiamo combattuto così tante misere battaglie, pubbliche e private, per conquistare una tazza di cioccolata, ma anche allora sarà impossibile accomodare il destino degli esseri umani che non trovano posto nella vita degli altri>>

Alessandra Cutillo

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