
Sono passati quasi 20 anni dal debutto di Quasi Perfetta, di Valeria Cavalli al Teatro Leonardo di Milano, che ci raccontava la storia di Alice. Scopriamo che il mondo è cambiato, una pandemia ha sconvolto tutto il mondo e i disturbi alimentari sono vertiginosamente aumentati.
Di fatti dopo quello della violenza sulle donne, quello dei disturbi alimentari in Italia colpisce le donne al 95,9%, gli uomini 4,1%.
Si tratta di numeri davvero preoccupanti, che fanno dell’anoressia la terza più comune “malattia cronica” fra i giovani. Una criticità dalle conseguenze molto pesanti, se si considera che i pazienti con anoressia fra i 15 ed i 24 anni presentano un rischio di mortalità 10 volte superiore a quello dei coetanei.
Per questo motivo abbiamo contattato Valeria Cavalli che ha scritto Perfetta? Quasi perfetta… e le abbiamo chiesto: Chi è Alice?
Alice è una ragazza che ha superato da poco l’adolescenza, quell’età tempestosa che abbiamo attraversato tutti. Alice ha una famiglia come tante con un papà, ahimé molto assente, una mamma, molto assillante, ed essendo figlia unica sa che tutte le aspettative sono concentrate su di lei. Ci racconta la sua storia partendo dai suoi 13 anni, periodo in cui il corpo cambia e, come molti adolescenti si sente brutta, inadeguata e non allineata a quelli che sono i diktat dettati da influencer che sono capaci di dirigere mode, gusti e persino idee.
Quindi per Alice i Social sono molto importanti…
I social sono ormai importanti per qualunque adolescente e di conseguenza lo sono anche per Alice. Tik Tok e Instagram sono oceani nei quali è facilissimo perdersi se non sai navigare con cautela, milioni di immagini di perfezioni bombardano i ragazzi che arrancano per raggiungere questi ideali illudendosi che basti apparire per essere qualcuno. Alice non si sente all’altezza perché non è filiforme come vorrebbe la moda, vorrebbe essere popolare, ricevere un sacco di like e per questo motivo intraprende un percorso pericoloso suggeritole proprio da un sito trovato su internet. Un vero e proprio progetto che ha come fulcro la perdita di peso, costi quel che costi.
In chi o in cosa crede Alice?
Alice crede nell’amicizia, soprattutto in quella di Irene che lei ritiene proprio la sua migliore amica. Ma, come a volte succede, la sua fiducia viene tradita e questo dolore che la colpisce in maniera profonda, ha come conseguenza una chiusura totale nei confronti del mondo, degli altri. Alice si sente sbagliata: unici suoi sfoghi passare ore e ore davanti al computer o al cellulare a guardare la vita degli altri invece di vivere la propria. E mangiare, a crepapelle, a più non posso. Fino a prendere la decisione di lasciarsi morire di fame pur di diventare leggera come una piuma.
Dopo quello della violenza sulle donne, quello dei disturbi alimentari in Italia colpisce le donne, ti sei chiesta il perché?
Non voglio sempre e solo puntare il dito sui social ma sicuramente viviamo in un mondo in cui il corpo magro è un corpo “accettato” perché veste bene, perché è più performante. Ma non basta, è poco accettato socialmente l’invecchiamento, la maturità del corpo, del viso e non è un caso che questi siano gli anni nei quali assistiamo a un boom delle correzioni attraverso la chirurgia estetica che tende a omologare tutti. Insomma il desiderio di avere dei “filtri” anche nella vita reale e non solo su Instagram. Osservando però proprio i social mi pare che anche gli uomini non siano da meno…
Ahimè siamo tutti alla ricerca della ‘perfezione’ nessuno escluso!
Oggi più che mai curare una donna significa favorire la salute di un’intera famiglia e di tutta la collettività… perché questo non avviene?
Perché c’è superficialità, perché non si dà peso a certi segnali che dovrebbero invece far scattare dei campanelli di allarme. Trascuriamo dei sintomi e siamo pronti, siamo tutti pronti a dire “passerà” e questo non vale solo per i disturbi alimentari ma anche certi disagi mentali, certe depressioni che si prendono sottogamba fino a quando, non sempre per fortuna, non deflagrano nelle tragedie che leggiamo su tutti i giornali.
Con lo spettacolo Perfetta? Quasi perfetta è più importante quello che vedrò o quello che ascolterò?
Essendo Teatro direi entrambe le cose.
Il corpo della bravissima Claudia Veronesi, l’attrice che interpreta il monologo, parla e racconta andando oltre alle parole stesse.
Chi vorresti vedere seduto/a in prima fila il 15 e il 16 dicembre e perché?
Vorrei vedere genitori e figli, seduti accanto e vorrei che finito lo spettacolo potessero parlarsi. Perché lo spettacolo racconta la storia di un disagio riguardante i disturbi alimentari ma che può essere riferito ad altri temi caldi e urgenti dell’adolescenza.
Mentre a chi dedicheresti lo spettacolo Perfetta? Quasi perfetta?
Lo dedico a tutti coloro che con fatica vogliono prendere le distanze da un mondo finto che ci viene servito su ogni tipo di schermo a tutte le ore del giorno, un mondo che è fatto di niente, vuoto. Lo dedico ai tanti ragazzi pieni di idee, di talenti, di desideri che magari non sanno neppure di possedere ma che sono tutti da scoprire. E lo dedico a noi genitori che a volte non capiamo, che crediamo di far bene, che siamo imperfetti, che a volte non sappiamo proprio che pesci pigliare perché nessuno ci ha insegnato il mestiere di genitori, appunto.
Dopo aver visto lo spettacolo Perfetta? Quasi perfetta cosa vorresti che si portasse a casa il pubblico?
La voglia di parlare, di confrontarsi, di dire quello che si è taciuto.
Vale per tutti, adulti e ragazzi.
Mentre tu cosa vorresti chiedere allo spettatore all’uscita del Teatro Leonardo?
Non amo chiedere a caldo le opinioni sullo spettacolo. Quindi visto il periodo che abbiamo vissuto e che stiamo vivendo chiederei solo:
“Come stai?”
Al mondo non esiste individuo senza difetti. La nostra unicità implica ricchezza, non indebolimento. Per questo e tanti altri motivi Vi invitiamo a vedere…
PERFETTA? Quasi perfetta
uno spettacolo sui disturbi alimentari
16 dicembre 2022– Teatro Leonardo
di Valeria Cavalli
regia Claudio Intropido
consulenza scientifica Dr.ssa Maria Barbuto
con Claudia Veronesi
sinossi
Alice, vittima di sé stessa e del bisogno di modificare il suo corpo per adattarsi alle regole del mondo social, dimentica l’importanza del vivere il reale e il contatto con l’altro. Lo sviluppo del sintomo si fa strada a poco a poco nella testa di Alice, che diventa schiava del suo progetto di perfezione che prende il sopravvento sulle sue giornate che scorrono scandite da regole precise, impossibili da trasgredire.
Buona serata a teatro
TiTo
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