Le rane di Aristofane viene ospitato al Teatro Alle Colonne fino al 17 ottobre. E ci auguriamo tornino presto.
Aristofane si sa, era un gran provocatore. Così tanto che le sue provocazioni arrivano anche a Milano sul finire dell’anno 2014, più di 2000 anni dalla prima messinscena.
Che le sue parole fossero dirette ad Atene poco importa. In qualsiasi città oggi, e sicuramente ancora a lungo, le sue parole risulterebbero attuali, concrete, vive. Questo capolavoro di Aristofane ci mette di fronte a due quesiti, interamente nostri. Dove è finita la poesia? Cosa possiamo fare per salvare e redimere la nostra società?
L’espediente di Aristofane si chiama Dioniso, dio greco del vino e dell’ebbrezza, che con il suo schiavo si reca negli Inferi per riportare in vita il grande tragediografo Euripide, ultima e unica possibilità per salvare Atene dal suo declino. Dopo mirabolanti disavventure, gag più moderne di molte opere del presente, Dioniso e il suo pubblico si troveranno a dover scegliere tra Eschilo, la tradizione, e Euripide.
L’Associazione Kerkìs. Teatro Antico in Scena fa rivivere con grande sapienza uno dei testi più famosi e irriverenti del teatro classico. Lo fa senza censura e con una meravigliosa rivisitazione dei modi di dire del tempo con contaminazioni dialettali italiche e conosciute. Il mondo di Aristofane entra attualizzato ma non prosciugato dal suo valore antico, anzi valorizzato.
Si ride e si pensa come diceva il latino Terenzio. Si ride davvero e si pensa davvero, con gusto. E si pensa alla fine come è possibile che i teatri siano orfani di autori come Aristofane.
La regia è ben dosata, i tempi scenici equilibrati. Bravi tutti gli attori, in particolare una nota di merito alle attrici che interpretano Dioniso e lo schiavo Xantia: un duo che non annoia mai.
La quarta parete cade continuamente e quando accade è tutto per il piacere degli spettatori.
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