
Dal 24 al 29 maggio è andato in scena sul palco della Sala Shakespeare dell’Elfo Puccini l’ultima creazione teatrale (datata 2015) della coppia Rezza/Mastrella dal titolo Anelante.
La novità di questo spettacolo, oltre alla quasi totale assenza di interazione con il pubblico, è stata la moltiplicazione degli interpreti che fanno da contorno ad Antonio Rezza, solitamente affiancato dal solo Ivan Bellavista che in occasione di questo ultimo spettacolo è stato moltiplicato in quattro. Così oltre a Bellavista, anche Manolo Muoio, Chiara Perrini e Enzo di Norscia interagiscono o meglio subiscono l’energico e inarrestabile sfogo del Performer, che con la sua inesauribile energia riempie la scena, lasciando ai quattro il compito di fargli da contorno coreografico, diventando però moltiplicatore dell’energia scenica. Ai quattro è dato inoltre il ruolo di volti e culi, che appaiono e scompaiono con la stessa disinvoltura e leggerezza tra le finestre del colorato sfondo zebrato, principale elemento scenografico che fa da sfondo allo spettacolo.
Nello spazio bidimensionale creato da Flavia Mastrella, il Performer romano con la sua consueta irriverenza e mancanza di pudore, si lancia in un apparentemente sconclusionato monologo nel quale racconta più storie che si intrecciano tra loro. Ci troviamo così a passare attraverso la matematica, con un professore che non riesce a far tornare i conti di una vita persa; il sesso e le perversioni, con una società che fatica a concepire un’omosessualità priva di perversioni; la politica comunitaria, che non trova il modo di essere coesa e coerente con se stessa; la psicanalisi, vittima delle sue stesse ossessioni; la vita e la morte, dove la vita porta solo apparentemente rispetto alla morte; raccontando le contraddizioni umane di una società che vorrebbe mostrarsi più coerente e più integra di quello che è realmente.
Nel finale il palco diviene un oceano, o forse un acquario, nel quale si tocca l’ultimo degli argomenti dello spettacolo, quello della famiglia, negli occhi di un bambino che cresce con la pressione di una madre onnipresente e di un padre che subisce continue critiche e svilimenti. Una critica che porta alla luce un problema spesso taciuto e sminuito e che sembra voler portare una parità di genere anche nelle problematiche familiari.
Non è mancato, quasi fosse una firma dell’artista, l’ormai consueto nudo integrale di Rezza e la presenza del pubblico sul palco, anche se in quest’occasione era programmato, con quattro persone del pubblico che a metà spettacolo circa sono salite sul palco per inculare (fisicamente) gli artisti.
La presenza di un pubblico affezionato si è notato fin dalle prime battute, dove sono nate risate dove non c’era ancora nulla di comico. Ma nei 90 minuti di spettacolo la comicità non si è affatto risparmiata. La grande precisione di esecuzione dei tempi comici e lo straordinario ritmo tenuto dal Performer hanno assicurato uno spettacolo di altissimo livello.
Enea Montini
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