Recensione: “Una festa esagerata…!”

festa esagerata
foto Federico Riva

FESTA ESAGERATA, RISATA SFRENATA

A distanza di due anni Vincenzo Salemme torna al Teatro Manzoni e, se nel 2015 l’attore napoletano aveva impressionato il pubblico con “Sogni e bisogni”, stavolta lo stende a colpi di battute ed equivoci con “Una festa esagerata…!”

foto Federico Riva

La risata è la grande protagonista della serata, Salemme riesce a scrivere un testo interessante e a metterlo in scena regalando quasi due ore di puro divertimento. L’autore, attore e regista dell’opera si conferma animale da palcoscenico appassionando molto più di quanto faccia sul grande schermo. Ad aiutarlo un cast di alto livello con ogni interprete in grado di tirar fuori il meglio del suo personaggio, da Teresa Del Vecchio, moglie pacata solo all’apparenza, a Nicola Acunzo, prete senza peli sulla lingua, per non parlare del cameriere indo-napoletano Vincenzo Borrino, ma soprattutto Antonella Cioli più che mai esplosiva coi suoi continui cambi d’umore.

Tutti i personaggi sono ben caratterizzati fin dall’inizio e rimangono abbastanza lineari nel corso dell’opera continuando a offrire risate senza, però,risultare ripetitivi. Inutile dire che la napoletanità abbia un ruolo fondamentale nella storia, sia per il parlato che per gli atteggiamenti, una napoletanità che non fa per nulla fatica a conquistare il pubblico milanese con i suoi doppi sensi linguistici e la sua marcata teatralità.

Salemme ha pubblicamente dichiarato di vedere la società italiana come un condominio e di voler parlare delle persone normali, un intento portato a buon fine. Proprio in un condominio viene ambientata la storia con la scenografia che passa senza problemi dalla terrazza sull’attico all’appartamento del piano di sotto. Il regista gestisce il ritmo alla perfezione in un crescendo di situazioni bizzarre dove spesso e volentieri l’ipocrisia la fa da padrona. Ipocrisia insita profondamente nella società del 21esimo secolo e che Salemme mette in bella mostra senza nasconderla sotto il tappeto.

“Una festa esagerata…!” offre due vie di fuga allo spettatore, si può riflettere sull’animo umano e sulle sue contraddizioni oppure lasciarsi semplicemente trascinare dalle risate. In entrambi i casi la soddisfazione è garantita.

Ivan Filannino

 

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