Recensione: “Human Farm”

fartagnan

Era marzo 2020 quando Campo Teatrale si preparava ad ospitare “Human farm”, il nuovo spettacolo della compagnia Fartagnan Teatro che aveva debuttato qualche mese prima a Brescia. La pandemia come ben sappiamo ha bloccato tutto, ma dopo due anni “Human farm” è riuscito finalmente a tornare in scena.

Si tratta del secondo capitolo della Trilogia Distopica che Fartagnan Teatro ha iniziato con “Aplod” e che si concluderà nella prossima stagione con “Cthulhu for president”. Distopia e Fantascienza sono due generi sicuramente di grande successo nel cinema e nella letteratura, ma non altrettanto semplici da portare a teatro. Ecco perché quella della compagnia, nata dopo il diploma alla Paolo Grassi, è una sfida stimolante e affrontata nel modo migliore.

Innanzitutto, non si tratta di una distopia dai toni cupi stile “The man in the high castle”, Fartagnan Teatro punta molto sull’ironia in questa storia che ha come protagonista un giornalista in cerca di riscatto, un ricco nerd a caccia di avventure e un “pastore” pronto a rivoluzionare il mondo dell’industria. La human farm è infatti la fattoria dove vengono creati i lavoratori perfetti mischiando il dna umano a quello bovina e dando così vita agli umanzi. Esseri sempre a disposizione del loro datore di lavoro e senza chiedere alcun tipo di stipendio. Due sono i modelli a disposizione, Kobe e Angus, proprio come i due tipi carne.

La storia procede fluida in un ambiente privo di scenografia che richiede dunque allo spettatore di sfruttare la sua immaginazione. Si ride e ci si diverte con il balletto sulle note di “Stai con noi” da “La bella e la bestia”. Non mancano i richiami ad altre opere come “Ritorno al mondo nuovo” di Huxley e il manga “The promised neverland” anch’esso ambientato in una fattoria umana. L’autore Rodolfo Ciulla dà spazio anche ai Simpsons e alla famosa puntata Si trasloca solo due volte con il Pastore Giordano che in alcuni tratti richiama un po’ il personaggio di Hank Scorpio.
Trattandosi di un genere molto cinematografico anche la regia collettiva di Fartagnan utilizza alcuni espedienti da film come personaggi “freezati” per permettere al protagonista di spiegare direttamente al pubblico alcuni particolari della storia, interruzioni alla Batman di Adam West, colonne sonore ad hoc per enfatizzare alcuni momenti chiave.

Sul palco Luigi Aquilino, Federico Antonello, Michele Fedele e Giacomo Vigentini trasmettono bene la storia al pubblico alternando azione e indagine. Il clima è leggero ma il tema scelto da Fartagnan Teatro è tutt’altro che banale. In un’epoca storica dove si arriva a stipendi da 3 euro all’ora il lavoratore perfetto rischia di essere semplicemente un umano ormai rassegnato a vivere per il lavoro. Gli umanzi di Ciulla trovano la via e smettono di confondere realtà e verità, ci sarà lo stesso percorso anche per i lavoratori contemporanei?

Ivan Filannino

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