
MONNALISTA | SIAMO TUTTI LISTOGRAFI
In principio era de Saussure.
In principio erano il significato e il significante, il segno e la sua traccia segnica. Ogni interpretazione pareva potersi ricondurre a quel legame insolubile che sta dietro ogni parola.
Poi arrivò l’immaginario in cui la forma informa la materia semiotizzandola, assumendo le proprietà dei liquidi e plasmandosi a seconda del contenitore. E’ così che nasce la regola tacita per cui tutto può essere detto a proposito di tutto. L’importante è accordarsi sul senso.
Se l’accordo manca, nasce l’ironia.
Tale è il principio alla base di Monnalista di Lorenzo Vergani in scena al Teatro Franco Parenti dal 14 al 18 marzo 2018.
Il concetto che regge lo spettacolo è semplice e assurdo ma non proprio sconosciuto: le liste della spesa costituiscono delle opere d’arte. È il readymade, bellezza. L’opera si epura da ragioni estetiche giungendo ad anestetizzare i sensi, inducendo a una totale indifferenza visiva, azzerando le capacità dell’artista e dello spettatore nei loro rispettivi compiti di produzione e fruizione. L’insensibilità al quotidiano rende le liste della spesa dei perfetti oggetti d’arte di readymade.
La piacevolezza di Monnalista nasce dalla cifra ironica in quanto scompensata della voce critica attraverso cui le “opere d’arte” vengono rese leggibili ai più. L’arte contemporanea, come il teatro, ama talvolta l’oscurità nichilista. Alessandro Pazzi è il critico d’arte che in scena facilita chiavi di letture dei movimenti artistici del genere listografico.
L’elemento vincente dello spettacolo è tutto qua, nella sapiente commistione fra quotidiano e complessità interpretativa della condizione antropocentrica.
Alessandra Cutillo
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