Recensione: “Propaganda”

propaganda

Un punto di partenza molto semplice.
Una tavola imbandita e cinque commensali che si incontrano e mangiano.

Queste le fondamenta su cui è costruito “Propaganda” in scena al Teatro della Cooperativa fino a domenica 25 marzo.
Semplice ma tutt’altro che banale.
Tutto inizia in una specie di osteria che poi si scopre essere, forse, un locale della ridente Castoglion Fibocchi, cittadina nella provincia di Arezzo, sede dell’azienda del “venerabile maestro” Licio Gelli e luogo in cui viene scoperta la famosa lista di affiliati della loggia propaganda 2, meglio conosciuta come P2
L’azzeccatissima ambientazione goliardica di partenza, però, anziché sotterrarlo, fa emergere ancora di più il senso di fastidio per quel gruppo piuttosto eterogeneo e numeroso di discutibili personaggi che hanno manovrato le redini dell’Italia e non solo per molti anni.

Ironico, divertente, che non si prende sul serio e, FORSE, non prende sul serio la vicenda che racconta.. Già perché quello narrato nello spettacolo è uno dei capitoli più oscuri e agghiaccianti della nostra storia.
Ma la confraternita del Chianti riesce a rivelare tutto in modo paradossale fra una canzone e una pasta al forno, fra “piccoli episodi di piduismo quotidiano” e momenti di racconto storico.

Fondamentale, però, far notare come, nonostante la scelta di ambientare tutto in un’atmosfera leggera, certo non manca un gran lavoro di ricerca sui personaggi cardine della storia della più famosa e radicata loggia massonica italiana.
Chiara Boscaro, autrice del testo, si è avvalsa, infatti, della collaborazione del consulente storico Renato Seregni e del giudice Giuliano Turone che ha indagato su Sindona e ha scoperto le liste della P2 a Castiglion Fibocchi.

Molti i momenti “seri” di racconto storico affidati al bravissimo Andrea Pinna.
Momenti che, però, sarebbero stati ancora più incisivi se sviluppati in modo che l’attore non dovesse costantemente leggere.

I cinque straordinari interpreti, Valeria Sara Costantin, Giovanni Gioia, Marco Pezza, Andrea Pinna e Valentina Scuderi, magistralmente diretti da Marco Di Stefano, coinvolgono il pubblico sin dall’inizio muovendosi in uno spazio che potremmo definire quotidiano, con musiche e canzoni originali, ironiche e nazional popolari scritte e interpretate dal bravissimo Giovanni Gioia e che sarebbero degne del miglior Sanremo.

Doveroso citare alcune particolari performance degli attori come l’interpretazione della vicina di casa di Valeria Sara Costantin, del Padre “raccomandatore” di Marco Pezza e la portinaia della bravissima Valentina Scuderi.

Non si può non notare e quindi applaudire il profondo coinvolgimento di tutti gli attori che, in maniera molto evidente, sono coinvolti non solo come interpreti ma anche e soprattutto come individui.

Sul palco scorrono fiumi di vino ma al pubblico nulla perché “il potere è così, la festa sta sempre più in alto di te”.

Francesca Tall

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