“Safari Pomodoro”: una stand-up tragedy con Michele Costabile

pomodoro

Estate 2020

Il protagonista di questa storia si tuffa in quella che per tante persone è la vita normale, ma per lui sarà un vero e proprio Safari all’interno di una fabbrica modernissima nella pianura padana, sorvegliata dai droni, dove si spiaccicano pomodori 24 ore su 24.

Inverno 2024

Michele Costabile, che ha vissuto realmente quell’avventura, fa vivere in scena le persone che ha incontrato, l’esperienza che ha vissuto, le montagne russe di sconforti profondi e le assurde esaltazioni in uno spettacolo teatrale scritto da Nicolò Sordo con la regia Elio De Capitani e Alessandro Frigerio presso il Teatro Elfo/Puccini, che da anni è anche la casa di Michele, dall’8 novembre al 8 dicembre 2024.

Giusto per farvi capire cosa ci aspetta vi anticipiamo che durante le prove dello spettacolo, il linguaggio tragicomico dell’opera oltre aver ideato il titolo Safari Pomodoro è nato soprattutto il sottotitolo; una stand up tragedy.

Ma per saperne di più abbiamo contattato l’amico Michele Costabile, per invitarvi ad andare a teatro… visto che resterà in scena un mese!

Michele, lo sai, in Pandemia ho seguito le tue storie su Instagram legate alla tua esperienza in fabbrica. Oggi questa esperienza diventa una stand up… tragedy. Quando e perché nasce Safari Pomodoro?

Nasce dall’incontro tra diverse sensibilità ed esperienze.
Lo spettacolo è il frutto in primis dell’amicizia umana e professionale che lega me e Nicolò. Questo poi si è inevitabilmente innestato sul rapporto professionale ed umano pluriennale che mi lega in qualche modo ad Elio De Capitani e ad Alessandro Frigerio e quindi al Teatro dell’Elfo. Ultimi, ma non meno importanti, sono arrivati i contributi sonori di Emanuele Martina e di Nando Frigerio per le luci.

Perché Safari?

Negli anni ‘90 i ricchi rampolli londinesi si divertivano a fare Poverty Safari nella Edimburgo devastata dalle politiche economiche tatcheriane (forma d’ideologia conservatrice britannica che prende il nome dalla leader del Partito Conservatore Margaret Thatcher) e dall’eroina. La povertà, degli altri, derubricata a mera esperienza da vivere per un weekend.

Lo spettacolo Safari Pomodoro è più una denuncia o un atto politico?

Per prima cosa è puro teatro.
Il Teatro per come lo vivo io è sempre un atto politico. Inoltre questo spettacolo parla di vita in fabbrica e di condizione giovanile.
Ho provato a scrivere in un messaggio a De Capitani – che non ha fatto altro che teatro politico per tutta la sua vita – che Safari Pomodoro per me era un atto politico.

De Capitani ha sclerato:
“tu vai fino in fondo a questo Safari, epico ed esistenziale, al gioco pericoloso ed esaltante vissuto sul filo della follia che stiamo creando con Alessandro, in questo spazio elementare ma potentissimo, con questi giganteschi cargopallets e le nostre migliaia di palline rosse, la nostra playlist musicale schizofrenica. Vivi e giocati fino in fondo – con la maestria necessaria, Michele, tutta la maestria necessaria – questa dimensione surreale creata dalle parole di Nicolò in questa sorta di parkour o safari immaginario, tra montagne russe di sconforti profondi e assurde esaltazioni, negli abituali stati alterati che le nostre tre generazioni, ognuna a suo modo ha sperimentato. Se tutto questo stupirà, meraviglierà, ecciterà e farà pensare a che cazzo di mondo c’è là fuori, allora il pubblico si accorgerà che tutto questo è anche un atto politico.
Il teatro è un vero atto politico solo quando è bello. (Mamma mia quanto lo incazzano le etichette) Sono vecchio, ne ho viste di tutti i colori, non sopporto le scorciatoie” – ha detto!

Come detto Nicolò Sordo, oltre ad aver scritto il testo di Safari Pomodoro è un tuo caro amico. Gli hai raccontato proprio tutto di questa esperienza oppure hai preferito omettere qualcosa!

Abbiamo condiviso tutto. Anche gli sconforti in diretta mentre ero lì.
Il nostro è un sodalizio umano profondissimo.
Ma devo dire che le confessioni sono state tante con tutte le professionalità dello spettacolo.

In scena un’esperienza strettamente personale, qual è il momento che più ti emoziona e per questo motivo devi ricorrere alla tua bravura di attore?

In realtà di personale c’è il mio corpo.
Ma non parlo di me.
Non ritengo Michele Costabile interessante in quanto essere umano ma piuttosto utile allo scopo che ci siamo dati; spedire al pubblico una lettera dalla contemporaneità.

Una stand up richiama subito alla memoria qualcosa di comico, anche se di seguito c’è la parola “tragedy”, e sono convinto che una risata ce la strapperai. Rideremo di noi o rideremo con te?

Rideremo di noi.
Ma come diceva Alberto Sordi:
“Quando si scherza bisogna essere seri” e la materia è del nostro tempo: il corpo, l’anima e il dolore del lavoro.

In un lavoro come Safari Pomodoro che peso hanno le parole, i silenzi e il corpo…?

È uno spettacolo molto fisico.
Abbiamo cercato di restituire la fatica immensa che portano con se certi lavori o meglio certe condizioni esistenziali legate a certi lavori.

C’è una persona in particolare che vorresti vedere seduta in prima fila alla Sala Bausch del Teatro Elfo/Puccini?

Vorrei idealmente poter abbracciare tutti i compagni e le compagne di lavoro con cui ho condiviso quei 90 giorni. Ognuno di loro mi ha lasciato qualcosa nel bene e nel male.

Invece dovesse esserci tra il pubblico un giovane Michele Costabile, cosa vorresti che si portasse a casa dopo aver visto Safari Pomodoro?

Che oggi più che mai è necessario lottare per i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici. E che bisogna uscire dalla logica dei vincenti perché ogni vincitore prevede tanti sconfitti.

Safari Pomodoro ti appartiene, di conseguenza difficile da ‘criticare’. Cosa vorresti leggere in una recensione dello spettacolo e cosa invece ti darebbe più fastidio?

Vorrei fosse definito uno spettacolo di lotta e di vita.
Sono purtroppo molto permaloso, quindi le cose che mi darebbero fastidio non le voglio immaginare, perché mi rovinerebbero la gioia che ho addosso, a rovinarla un po’ basta la strizza… che però è meno di quella che mi aspettavo!

Concludendo, tornassi indietro rifaresti questa esperienza?

Si.
Per me esiste una vita pre e una vita dopo quell’esperienza.
È stata la mia legione straniera.

SAFARI POMODORO
una stand-up tragedy
di Nicolò Sordo
regia Elio De Capitani e Alessandro Frigerio
con Michele Costabile
luci Nando Frigerio, suono Emanuele Martina
assistente alle scene Marina Conti
produzione Teatro dell’Elfo,
con il sostegno del MiC e di SIAE, nell’ambito del programma “Per Chi Crea”

Quando?
8 novembre / 8 dicembre 2024

Dove?
Teatro Elfo/Puccini – Sala Bausch
Milano

Buona serata.
TiTo

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