Tamburi nella Notte: Amore e Guerra nella Berlino Rivoluzionaria

tamburi nella notte

Poco dopo la fine della Prima Guerra Mondiale, e la caduta del Secondo Reich, nel novembre del 1919 la Germania, e la sua storica capitale Berlino furono scosse dalla Rivolta Spartachista, un movimento di estrema sinistra che combatteva per trasformare la neonata Repubblica di Weimar in uno stato socialista, sul modello di quanto avvenuto in Russia due anni prima.

Sullo sfondo di questi eventi si colloca l’opera di Berthold Brecht, qui trasposta da Emanuele Aldrovandi.
La storia narrataci è quella di Anna, giovane donna della borghesia berlinese, che dopo aver atteso per quattro anni il suo amato Andrea, dato per disperso nella Grande Guerra, si è rassegnata a sposare Murk, imprenditore arricchitosi grazie alla guerra, e ben visto dai genitori della giovane.

Il clima di festa che contorna il fidanzamento viene però presto interrotto dall’ormai insperato ritorno di Andrea, che finisce per porre Anna di fronte ad un complesso dilemma.
La recitazione portata sul palco è ottima e mai eccessivamente enfatica, ponendoci di fronte a scene di vissuto, con degli attori perfettamente calati nelle proprie parti: particolarmente degna di nota è la capacità degli attori stessi di mantenere sempre alto il ritmo della narrazione, non ci sono mai tempi morti, e sul palcoscenico avviene sempre qualcosa.
Alle scene parlate si accompagnano anche alcuni brevi intermezzi musicali, anch’essi mirabilmente realizzati sia dal punto di vista scenico, che come capacità vocale degli attori.

Da sottolineare anche l’ottima gestione della scenografia, che riesce a trasformare il palcoscenico in una camera da letto borghese, così come in un bar o una piazza senza mai lasciare dubbi allo spettatore (interessanti anche alcuni spunti come la caduta del sipario vista nelle fasi iniziali dello spettacolo).

Un’opera teatrale a metà strada tra dramma e commedia, di origine novecentesca ed ottimamente reinterpretata, in scena in prima nazionale al Teatro Filodrammatrici, dal 5 al 15 ottobre.

Manuele Oliveri

 

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