“Lunga e dritta correva la strada
L’auto veloce correva
La dolce estate era già cominciata”
Con questi inconfondibili versi di Francesco Guccini, ripresi anche da I Nomadi, si apre “Dialogo con la morte” dalla compagnia cagliaritana Is Mascareddas che lo scorso dicembre ha ricevuto il Premio Ubu, un riconoscimento speciale «per il quarantennale percorso di ricerca sul teatro di figura fra tradizione e innovazione».
Non poteva essere scelta intro migliore per questo spettacolo di teatro di figura, quel ritmo allegro di Guccini così facile da canticchiare fa pensare a tutto tranne che a una canzone che parla di morte e della precoce perdita di una giovane amica. Nello stesso modo lo spettacolo scritto da Elisabetta Pau riesce a far ridere di gusto il pubblico parlando proprio di morte.
Gran merito va chiaramente ad Antonio (Tonino) Murru che dà magicamente vita allo splendido burattino creato da Donatella Pau.
Ci si ritrova così proprio a casa della Morte, la si va a incontrare in un momento di semplice quotidianità mentre sistema il suo appartamento con tanto di mocio vileda. In un clima così disteso e rilassato si presenta l’occasione giusta per fare quattro chiacchiere con gli esseri umani del pubblico, un modo per conoscersi meglio e raccontarsi.
Una conversazione lunga un’ora che, in questo caso, si è svolta nella magnidica corte di Palazzo Granbassi sede di Campsirago Residenza e della ventesima edizione de Il Giardino delle Esperidi Festival.
Tra il pubblico anche un po’ di bambini che chiaramente vedono lo spettacolo con gli occhi di chi ha appena iniziato l’esperienza su questo mondo e ride alla visione di quel piccolo scheletrino di legno. Per i grandi, invece, è diverso, hanno davanti uno spettacolo per adulti che può essere visto anche dai più piccoli, non il contrario.
La morte parla a ruota libera senza mai nascondere il suo sarcasmo e l’inevitabile humor nero, d’altronde se non lo ha lei chi puoi averlo? Si raccontano così i dettagli del poco invidiabile lavoro che le tocca, di come l’inevitabile da una parte spaventa e dall’altra viene ignorato. Di come ci sono occasioni in cui siamo responsabili per quello che ci accade e altri in cui non possiamo davvero far nulla per evitare ciò che ci aspetta. Il burattino mossa da Murru ipnotizza il pubblico coi suoi racconti, spiega come tutti sono “gli altri”…per gli altri. Si parla della vita, anzi della morte, che però è parte della vita, proprio come due sorelle che non possono fare a meno una dell’altra.
Un chiacchierata che sarebbe potuta avanti per ore, ma purtroppo anche per la morte arriva il momento in cui il dovere chiama.
Ivan Filannino
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