
Dal 12 novembre al Teatro della Luna sarà in scena Cabaret, musical reduce da un grande successo di pubblico e critica al Todi Festival la scorsa estate, nel nuovo allestimento curato dal regista Saverio Marconi.
Il testo di Joe Masteroff, basato sulla commedia di John Van Druten e sui racconti di Christopher Isherwood, è un classico del teatro musicale ed è particolarmente conosciuto anche per lo splendido ed omonimo film del 1972 diretto da Bob Fosse con Liza Minnelli e Michael York.
Questa è la terza edizione del musical Cabaret portata in scena da Saverio Marconi, che è particolarmente affezionato a questo spettacolo; le due precedenti edizioni (1992 e 2007) erano molto diverse, una più fedele al film e una più glamour rispetto a quest’ultima, che si presenta un po’ amara, dura, toccante, con momenti di teatro nel teatro e con una scenografia che “invade e abbraccia” il palcoscenico, ideata da Gabriele Moreschi e dallo stesso Saverio Marconi.
Una pedana, un vecchio e logoro sipario, le tavole consumate e intrise di memoria: è questa l’atmosfera poeticamente decadente nella quale i personaggi si muovono, a rievocare un periodo storico con quelle musiche e quelle storie pregne di emozioni che fioriscono attorno al famoso locale Kit Kat Klub di Berlino nel corso dei primi anni ’30, sullo sfondo dell’avvento del nazismo.
Un ruolo completamente differente dalla comicità del Dottor Frankenstein qui in Cabaret per Giampiero Ingrassia, che ricopre la parte del Maestro di Cerimonie; dopo tre anni di successi sveste i panni del geniale inventore e indossa quelli ambigui, stravaganti, ammalianti e tentatori di un ‘cattivo’ asservito ad un potere, il cui desiderio è che tutti si lascino travolgere dall’atmosfera licenziosa del Kit Kat Klub dimenticandosi dei problemi reali. Un personaggio sfaccettato dalla morale corrotta, decadente; a noi si presenta con una maschera che trasuda inquietudine, dovuta ad un sapiente trucco di scena che ricorda insieme il Jocker, il Corvo e il cantate dei Kiss Gene Simmons. Ingrassia si cimenta in questo ruolo complesso e pregno di emozioni quale è tutta questa particolare versione di Cabaret: recita ma soprattutto canta con particolare intensità, e suo è l’invito agli spettatori ad affrontare la realtà e ad abbandonare l’indifferenza, parole che racchiudono il senso profondo dello spettacolo: “Vi emozionerete, piangerete, sicuramente, e vi farete molte domande.”
Fragile ed evanescente, Sally Bowles (Giulia Ottonello) è la giovanissima stella del club berlinese che inizia una relazione tempestosa con il giovane romanziere americano in cerca di ispirazione Cliff Bradshaw (Mauro Simone), e mentre sogna di diventare una grande attrice fuori dalla porta del trasgressivo Kit Kat Klub il mondo va in frantumi.
In questa atmosfera si intrecciano anche le storie degli altri personaggi: l’austera Fräulein Schneider/Altea Russo e il timido e riservato ebreo Herr Schultz/Michele Renzullo, la libertina Fräulein Kost/Valentina Gullace e il nazista Ernst Ludwig/Alessandro Di Giulio, mentre sulla Germania, e sulle vite di tutti, sta per abbattersi la furia hitleriana.
“La vita è un cabaret” canta Sally Bowles sul finale dello spettacolo, ma nel celeberrimo brano esplodono i tormenti, le aspirazioni fallite e il tentativo disperato di cercare spensieratezza anche quando il dramma incombe. Saranno le ultime battute di Cliff a preludere al tragico epilogo: “C’era un cabaret ed un presentatore e una città chiamata Berlino in un paese chiamato Germania, ed era la fine del mondo.” E per il Maestro di Cerimonie non resta che una parola: “Auf Wiedersehen”.
L’amore di Saverio Marconi per questo spettacolo nasce dal fatto che abbia sentito la necessità, in tre momenti diversi della sua vita, di guardare e far guardare oltre il sipario del Kit Kat Klub. Questa volta, dimenticati i riferimenti al film, l’ha messo finalmente in scena a modo suo, con una nuova profonda sincerità nell’affrontarlo. La lettura potrà sembrare in un primo momento più dura delle precedenti, ma il suo intento è quello di colpirci ed emozionarci, di farci riflettere sul nostro atteggiamento che può essere a volte ottuso ed egoistico, che può renderci indifferenti a ciò che ci circonda se non ne siamo toccati in prima persona e può anche indurci a desiderare cambiamenti senza però che ci impegnamo davvero per farli accadere.
Questo Cabaret appare uno spettacolo decisamente fuori dalle regole rispetto al panorama musicale italiano, e pare ci riservi anche un geniale finale a sorpresa, decisamente inaspettato.
Per la sua realizzazione, oltre al grande lavoro di drammaturgia a quattro mani di Saverio Marconi con Gabriele Moreschi, fondamentali sono stati gli eleganti costumi di Carla Accoramboni, frutto di una vera ricerca storica, e il disegno luci di Valerio Tiberi che regala a tutto lo spettacolo atmosfere a volte intense a volte quasi sospese.
Di forte impatto scenico sono i quadri musicali del Kit Kat Klub, con le coreografie di Gillian Bruce che ha inserito particolari oggetti durante i numeri a supporto della narrazione della storia; segnaliamo, ad esempio, la travolgente “Mein Herr”, in cui Giulia Ottonello si esibisce con le altre sensuali ragazze del locale Ilaria Suss, Nadia Scherani e Marta Belloni. Completano il cast gli interpreti maschili Andrea Verzicco e Gianluca Pilla.
Un altro importante lavoro è stato fatto sulle musiche da Riccardo Di Paola, che ha lavorato a stretto contatto con Saverio Marconi per adattare le partiture musicali ad una band composta da soli cinque elementi, come effettivamente sono quelle che lavorano nei locali come il Kit Kat Klub.
Oltre allo stesso Riccardo Di Paola, in scena al pianoforte e presente anche come direttore d’orchestra, ci saranno Tiziano Cannas Aghedu alla tromba, violino e fisarmonica, Adalberto Ferrari al clarinetto e sax tenore, Alessandro Cassani al contrabbasso e Martino Malacrida alla batteria. La supervisione musicale è di Marco Iacomelli e il disegno fonico di Enrico Porcelli.
Cabaret vanta una colonna sonora straordinaria, a diritto entrata nel patrimonio dei musical grazie a brani intramontabili come “Wilkommen”, “Money”, “Maybe This Time” (Questa volta) e “Life is a cabaret ” (La vita è un cabaret); in questa versione dello spettacolo Saverio Marconi ha scelto di valorizzare le canzoni più famose e fondamentali per una narrazione fluida e senza interruzioni, in modo da ottenere uno spettacolo essenziale che arrivi proprio “al punto”, raggiungendo l’obiettivo di colpirci direttamente e farci riflettere.
CABARET
Testo di Joe Masteroff, basato sulla commedia di John Van Druten e sui racconti di Christopher Isherwood
Musiche di John Kander e liriche di Fred Ebb
Traduzione di Michele Renzullo, adattamento e regia di Saverio Marconi
DOVE? Teatro della Luna
QUANDO? Dal 12 al 22 novembre 2015
PREZZI: Poltronissima Blu € 55, Poltronissima € 44, Poltrona € 33. Riduzioni per under 14 e over 70
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