“Ottobre 22”: intervista a Renato Sarti e Sergio Pierattini

ottobre 22
Foto Laila Pozzo

Dopo l’anteprima a Romaeuropa Festival arriva a Milano, e resterà in scena fino al 13 di novembre, un progetto di Renato Sarti e Sergio Pierattini; Ottobre 22 di Sergio Pierattini, con la consulenza storica di Mimmo Franzinelli.

Ottobre 22 è uno spettacolo che racconta gli eventi che resero possibile, nel contesto della grave crisi politica e sociale del 1922, la Marcia su Roma. Un dramma a due personaggi che indaga le contraddizioni e l’incapacità di una classe politica, che consegnò il paese al fascismo.

Uno spettacolo con una così forte tematica politica, dove poteva debuttare se non al Teatro della Cooperativa? Di fatti Ottobre 22 s’inserisce perfettamente all’interno dell’attività del Teatro diretto da Renato Sarti, che pone la memoria storica come uno degli elementi cardine delle sue produzioni e da sempre si impegna a raccontare eventi cruciali del XX secolo offrendolo spunto per una visione differente della storia e delle storie, indagandole, grazie alla ricchezza anche emozionale del linguaggio teatrale, da punti di vista inediti.

Per questo motivo siamo andati, virtualmente, ad incontrare Renato Sarti e Sergio Pierattini per saperne di più su questa prima nazionale.

Cosa tratta e perché nasce uno spettacolo come OTTOBRE 22?

Lo spettacolo nasce dalla necessità di ricordare quello che avvenne in quelle drammatiche giornate che consegnarono il nostro paese al fascismo e costituirono il primo passo verso la dittatura. E cerca, cosa non facile, anche di capire l’opportunismo, il sonnambulismo, gli interessi che permisero quella strana presa del potere che ai manganelli e l’olio di ricino alternava le trattative e le astuzie politiche.

Renato per chi non lo conoscesse, ci presenti il Presidente Luigi Facta?

Salvemini lo definì il più idiota tra gli idioti.

Crediamo invece che abbia tentato, in linea con Giolitti e con tutti coloro che trattarono con Mussolini nelle giornate drammatiche che precedettero l’insurrezione, di frenare l’avanzata fascista con una soluzione politica. Purtroppo è rimasto vittima, come altri più prestigiosi colleghi, della spregiudicata strategia di Mussolini.

Se fu idiota altri lo furono nello stesso modo.

Quando Facta seppe che i fascisti avrebbero organizzato una Marcia su Roma, fu dapprima indeciso sul da farsi e successivamente propose al re di promulgare lo stato d’assedio, senza però ottenere la firma del sovrano.

Avete scoperto cosa successe la notte in cui il re si rifiutò di firmare lo stato d’assedio?

Quello che si dissero Facta e il Re nella notte che vide la revoca del decreto d’assedio, è un segreto che Facta ha sempre tenuto celato.

Lo spettacolo inizia con una sua frase in risposta ad un deputato che tempo dopo gli chiese delucidazioni:

“se mi trovassi davanti ad un plotone d’esecuzione che mi facesse la stessa domanda pena la morte … risponderei… sparate!”

C’è un politico che vorreste vedere in prima fila al Teatro della Cooperativa e perché?

Non uno in particolare, ma molti, purtroppo!

Vorremmo che nelle prime file ci fossero i politici di sinistra e centrosinistra che oggi per incapacità, sventatezza, interesse di partito o calcolo elettorale, hanno consegnato la vittoria elettorale alla destra estrema. Lo spettacolo racconta la crisi e l’incapacità del mondo liberale e democratico che cento anni fa dette il via libera a Mussolini.

La destra odierna ha vinto libere elezioni e il paragone diretto con la situazione di allora, dove la pressione violenta ed eversiva fascista ebbe un ruolo enorme, è assolutamente inadeguata. Una riflessione seria e severa tra le forze di centrosinistra sarebbe necessaria visti i risultati della formazione postfascista.

La responsabilità degli sconfitti di oggi è pesante.

Oggi, forse a causa dei telefonini, stiamo tutti perdendo la memoria perché tanto il cellulare ti ricorda cosa devi fare, il compleanno di Tizio o l’appuntamento con Caio, oppure basta solo digiti un argomento e ti esce di tutto e di più. Ma questo ha fatto sì che la nostra memoria si affievolisse… quant’è importante per Voi la memoria… storica?

La memoria storica è un collante fondamentale che dovrebbe fare da filtro fra quello che è successo e quello che accadrà. Qualcuno, ha asserito, e io su questo sono assolutamente d’accordo, che bisogna arrivare, ad esempio, a un superamento delle divisioni fra fascisti e antifascisti. Un’idea di violantiana memoria. Ma si può arrivare a questo superamento solo se si conosce la storia. Ma, a partire dalla scuola, tutti i soggetti che avrebbero dovuto formare una memoria e una coscienza collettiva, hanno fallito. I giovani, sapendo poco o nulla loro recente passato, sono inevitabilmente destinati ad un futuro inquietante. Non bisogna mai dimenticare che ci troviamo in una nazione che non ha fatto i conti con le proprie vergogne. Tantissimi italiani oggi pensano che Mussolini abbia fatto cose buone e per questo criminale di guerra nutrono una profonda nostalgia.

Oltre a rinfrescarci la memoria a fine serata cosa vorreste che ci portassimo a casa dopo aver visto OTTOBRE 22?

La comprensione che le scelte importanti nella vita di una persona hanno un peso e comportano sensi di colpa, traumi e ferite difficilmente rimarginabili. Sia il mio personaggio, che si rifà a Luigi Facta, sia il giovane che, dopo aver perso un braccio a causa delle violenze fasciste, vacillano, tentennano. Riflettere, e di conseguenza schierarsi, o non schierarsi, a volte costa caro. Uno pensa, si illude, che una presa di posizione o una non presa di posizione, per quello che riguarda gli eventi della politica e della vita, facciano parte di un gioco più grande di noi e ci renda immuni da eventuali conseguenze. E invece non è così. Nessuno si illuda, nessuno è esente. C’è una differenza enorme fra essere stati torturati, assaliti, vittime della indifferenza altrui o torturatori, assalitori, complici silenziosi. Prima o dopo, per nemesi, quello che uno dice e soprattutto fa, per nemesi, gli si ripercuote contro.

Sul palco con Renato Sarti, Fabio Zulli nel ruolo di un giovane che porta sul proprio corpo le conseguenze dei terribili scontri di piazza di quei tragici frangenti con…

OTTOBRE 22
dal 28 al 30 ottobre e dal 3 al 13 novembre – Teatro della Cooperativa
fino al 13 novembre 2022 – Teatro della Cooperativa

di Sergio Pierattini
con Renato Sarti e Fabio Zulli
progetto e regia Sergio Pierattini e Renato Sarti
scene e costumi Carlo Sala

sinossi

è il sogno il luogo, fisico e mentale, in cui Facta si trova a fare i conti con se stesso, con le proprie scelte, con la propria incapacità di opporsi a un gravissimo attentato alla democrazia liberale. Non avendo a che fare con un alto esponente politico ma con un uomo del popolo, vittima indiretta della sua inettitudine, il Presidente del Consiglio si trova di fronte uno specchio che gli restituisce il feroce giudizio storico che, inevitabilmente, gli verrà assegnato: quello di un uomo che, ricoprendo un ruolo per cui non era all’altezza, è stato inghiottito dal ciclone della storia e ha sulla coscienza le sorti di un Paese.

Buona serata a teatro

TiTo

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